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domenica, Maggio 5, 2024

Inserimento disabili in Regione, scoppia il caso. Sospetti sulle procedure di selezione

AperturaInserimento disabili in Regione, scoppia il caso. Sospetti sulle procedure di selezione

di PASQUALE DI BELLO

Quello che sta per scoppiare in Regione è un caso che potrebbe far rotolare qualche testa. Una procedura che prevedeva la selezione nominativa di quattro persone è stata gestita attraverso una chiamata a graduatoria. Un possibile abuso potrebbe finire sotto la lente degli inquirenti.

Inserimento disabili in regione: si addensano dubbi e sospetti sulle procedure di selezione. Quello che si prospetta è uno scandalo che potrebbe far saltare più di qualche testa se venissero accertate responsabilità dirette ad eludere quanto previsto dalla normativa vigente. In primo luogo la legge nazionale di riferimento la n. 68 del 1999 avente ad oggetto le “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”. La legge in questione fa obbligo ai soggetti privati e pubblici di procedere ad assunzioni obbligatorie a fronte di quote di riserva da assegnare alle categorie svantaggiate. Anche la Regione Molise, seppure con un ritardo ingiustificabile, ha deciso di adeguarsi alla normativa ma – come dire? – a modo suo, attraverso una interpretazione errata della norma. Atto deliberato o semplice incapacità amministrativa?

Ma andiamo per gradi. A seguito della delibera di Giunta n. 59 del 21 febbraio 2014 e attraverso una apposita convenzione stipulata con la Provincia di Campobasso, avente competenza per i Centri per l’impiego, la Regione Molise ha avviato le procedure per l’assunzione di 6 disabili di cui 2 unità a chiamata numerica e 4 a chiamata nominativa. E’ sul metodo di selezione di questi ultimi che si addensano le ombre. Già il criterio, nominativo, fa capire l’impossibilità di fare riferimento a graduatorie. In Regione Molise è avvenuto l’esatto contrario. Sia la Direzione generale della Giunta, sia il Servizio risorse umane della Regione (quest’ultimo fornendo anche i nomi), hanno sollecitato il Centro per l’impiego ad avviare al lavoro i primi quattro classificati a seguito di un colloquio teso semplicemente a verificare la conoscenza da parte degli interessati di nozioni sugli organi istituzionali a l’apparato amministrativo regionale. Il colloquio, tuttavia, è solo uno degli elementi, e non quello discriminante, che portano alla successiva chiamata nominativa. La legge parla non solo di procedure trasparenti ma di un preciso obbligo ai fini della selezione: quello di predisporre idonei programmi di inserimento al fine di non discriminare alcun tipo di disabilità, da quella fisica a quella psichica, avviando il soggetto disagiato ad una occupazione compatibile con la propria disabilità.  La Regione Molise non ha fatto nulla di tutto questo, violando l’articolo tre della convenzione sottoscritta che espressamente lo prevede. In buona sostanza, senza alcun progetto mirato, dalla Regione hanno tirato grossolanamente dritto facendo riferimento solo ed esclusivamente ai primi quattro nominativi di una graduatoria stilata da una commissione chiamata a valutare nel merito solo la conoscenza di determinati aspetti della macchina regionale.

Atto deliberato o semplice incapacità amministrativa? A dirlo, probabilmente, saranno gli organi di Giustizia a cui intendono appellarsi coloro che ritengono di aver subito un torto. Un fatto su cui vanno accesi i riflettori da parte degli Organi inquirenti, del Sindacato e della Politica. Assumere a graduatoria soggetti destinati all’assunzione nominativa non solo è un ossimoro ma è, con molta probabilità, un abuso di cui chiedere conto.

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