Troppo poco tempo a disposizione per studiare un fasciolo composto da oltre 5mila pagine. Per questo quasi tutti i principali indagati hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Non prima, però, di chiedere la revoca delle misure cautelari, ritenute troppo severe. Diversa la linea di Roberto Calabrese. Il sindaco di Forlì del Sannio, assistito dagli avvocati Marciano Moscardino e Bice Antonelli, ha invece risposto alle domande del Gip del tribunale di Isernia, Antonio Ruscito. I legali si sono detti fiduciosi e convinti di riuscire a dimostrare il corretto operato del primo cittadino. Il primo a presentarsi davanti al magistrato è stato l’imprenditre Angelo Rossi, assitito dall’avvocato Antonino Mancini. Poi è stata la volta dell’imprenditore Donato Terriaca, assistito dall’avvocato Arturo Messere. Diversa la strategia difensiva per l’altro assistito, l’imprenditore Claudio Favellato, per il quale è stato disposto il solo l’obbligo di dimora nel comune di residenza: in questo caso si è scelto di rispondere alle domande del giudice. Anche Fabio Milano, avvocato di fiducia dell’imprenditore Gianpaolo Calabrese ha preso tempo per studiare meglio le carte. Interrogatorio di garanzia anche per Lenio Petrocelli, funzionario della Regione e all’epoca dei fatti sindaco d’Acquaviva di Isernia. Assisitito dall’avvocato Domenico Di Paolo, è considerato dagli inquirenti il perno centrale dell’inchiesta. Ma anche in questo caso il legale conta di dimostrare l’assoluta regolarità delle varie procedure. Per Di Paolo non ci sono stati condizionamenti nell’assegnazione delle gare. In ogni caso tutti i legali aspettano di studiare a fondo le carte prima di definire la strategia difensiva. Ma sin da ora hanno chiesto la revoca delle misure cautelari.
Isernia. Appalti truccati, al via gli interrogatori di garanzia dei principali indagati
