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venerdì, Marzo 29, 2024

Torna potabile l’acqua a Termoli: resta l’emergenza ‘cloriti’ per gli altri 5 Comuni del Basso Molise

AperturaTorna potabile l'acqua a Termoli: resta l'emergenza 'cloriti' per gli altri 5 Comuni del Basso Molise

IMG_3501Rientra l’emergenza acqua a Termoli. I valori del clorito sono rientrati e nella serata di sabato il sindaco Angelo Sbrocca ha revocato il divieto di utilizzo. Resta invece invariata la situazione per gli altri cinque comuni del Basso Molise in cui è stata riscontrata la presenza dei cloriti in eccesso e cioè Campomarino, San Martino, Montenero di Bisaccia, Ururi e Petacciato. Le ipotesi di questa contaminazione sono tante e ancora non se ne viene a capo. Il fatto che però non abbia riguardato solo Termoli ma gran parte dei Comuni serviti dalla Diga del Liscione lascia supporre che il problema sia tutto in capo all’ente gestore Molise Acque. Anche gli altri cinque comuni hanno adottato i piani d’emergenza ed emesso le ordinanze: vietato l’uso in cucina e per lavarsi. A Termoli sono stati giorni concitati con la distribuzione nelle ultime 48 ore anche di acqua potabile. Tanti i cittadini in fila ad aspettare. Oltre due ore, venerdì pomeriggio prima che le autobotti arrivassero e che per un problema tecnico non sono riuscite a caricare l’acqua dal Nucleo Industriale.
Le cisterne arrivate, inoltre, non erano quelle della protezione civile del Molise ma quelle della Val Trigno con sede a San Salvo. Che è vero collabora con il Molise e ha una sede distaccata a Mafalda, ma è anche vero che gli altri mezzi, tutti la Regione Abruzzo li ha forniti. Le autobotti del Molise continuano a non essere operative, sono ormai parcheggiate da tantissimo tempo in attesa di una infinita manutenzione. C’è stato anche un corteo del Movimento 5 Stelle guidato dal consigliere Nicola Di Michele. Dure le critiche all’operato dell’Amministrazione Sbrocca sulla gestione dell’emergenza. Annunciato anche un esposto in Procura. Critiche sono arrivate anche dall’Unione dei Democratici e dall’opposizione con Michele Marone e Antonio Di Brino per la confusione creata e la cattiva gestione. Chiesta la testa del sindaco Angelo Sbrocca. Ma le analisi di oggi hanno rivelato un problema di proporzioni molto più grandi di quelle che si immaginavano. Ora è la Regione che deve dare spiegazioni.

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