di LUCIA LOZZI
Termina con un sentito augurio di Natale il corso AVO per volontari in ospedale e con la speranza che quanto acquisto durante tutto il corso di formazione sia di aiuto per se’ stessi e per la gente che soffre. L’ultimo incontro ha visto la presenza del Dott.Marco Tagliaferri e del Vescovo Mons.Camillo Cibotti i quali, nella loro accorata esposizione, hanno trattato i conclusivi argomenti dedicati alla relazione di aiuto, al volontariato per se’ e per gli altri e alla scelta consapevole e responsabile che si compie. L’importanza di essere volontario e del ruolo che si svolge, attraverso il quale, sarà il malato stesso, a cui si è stati vicini, a riconoscere quanto di buono si è fatto per lui. Le testimonianze e i sorrisi dei giovani volontari, operanti già in campo, hanno trasmesso poi il calore e l’amore che si avverte e si riceve quando si fa volontariato. La commozione della Dott.ssa Viscovo e del Dott.Barbaro, infine, hanno dimostrato quanto e’ importante credere che si può fare senza ricevere nulla in cambio se non stima, fiducia e tanto tanto affetto. Un grazie dai presenti con l’impegno di vedersi per iniziare il tirocinio in ospedale e la formazione in campo. Scegliere di fare volontariato e’ un elaborazione interiore, una consapevolezza, un acquisizione di responsabilità. Affiancare un team ospedaliero e procedere, insieme, sempre più verso un processo di umanizzazione che tiene conto della persona come essere umano, in un momento debole e difficile della sua vita, in un ambiente sanitario sempre più impegnativo dal punto di vista umano e che ha bisogno sempre più di risorse. Il volontario mette a servizio il suo tempo, le sue migliori qualità, le sue competenze, la sua umanità verso la persona in difficoltà. Malgrado tutto questo impegno, possono sorgere dubbi, tensioni, a volte conflitti interiori . Siamo certi di dare il nostro meglio? E’ veramente bene ciò che stiamo realizzando? Il malato ha colto ciò che riceve? Perché hanno reazioni che non comprendo? Perché a volte non accettano aiuto? Perché altre volte dipendono così tanto da noi? L’incontro tra volontario e il malato in difficoltà è un faccia a faccia molto delicato e rivela delle contraddizioni. Diventa quindi strategico, per non bruciare le energie e per rendere funzionale la relazione, individuare quali siano gli ingredienti di una relazione sana e potenziarli, focalizzare i nodi critici e trovare soluzioni relazionali. La formazione vuole essere un sostegno pratico e sperimentale per coloro che affrontano quotidianamente l’impegno e la scommessa di una sana relazione d’aiuto: per non restare soli e per potenziare le strategie relazionali. Tale percorso é servito a tutti i volontari perché i contenuti e l’approccio hanno l’obiettivo di mettere in comunicazione le realtà di diversa natura, valorizzando il dialogo e la vera relazione d’aiuto. Un grazie, quindi, di cuore a quanti, senza azioni o dichiarazioni eclatanti, fanno di ogni giorno un giorno speciale per il malato.