L’usanza di celebrare questa messa dal sapore natalizio risale ad almeno un paio di secoli fa. Furono i ramai di Agnone, prima di partire per vendere i loro prodotti fuori regione, a chiedere e ottenere di rendere omaggio alla Madonna delle Grazie ascoltando la Pastorale, tipico canto del periodo. Un modo per sentire meno la lontananza dei propri cari e per mettere nel bagaglio anche un briciolo di quell’atmosfera che solo le feste natalizie sanno trasmettere. La messa, come sempre, è stata celebrata all’alba nella chiesa di San Marco, strapiena di gente (in passato si celebrava in quella di San Pietro Apostolo, piccola per contenere così tanta gente). Anche quest’anno il vescovo della dicoesi di trivento, monsignor Domenico Scotti, ha voluto esserci. Toccante la sua omelia, un invito a non avere paura in questo periodo così difficile per l’intera umanità. Ma non è Piccolo Natale senza la Pastorale, una musica che ti entra nella pelle e che non ti lascia più. Anche chi vive fuori regione fa di tutto per tornate ad Agnone. Al termine della messa un’altra tradizione, quella dei raffaioli, particolari biscotti da intingere nella cioccolata. È un’usanza legata ai matrimoni di una volta, ma che ormai caratterizza anche il piccolo Natale. Cioccolata e raffaioli vengono serviti nelle case e nei bar. Poi tutti al lavoro. Eh, già: per il Natale, quello vero, bisogna aspettare ancora un mese.
Agnone. Tutti in chiesa all’alba per il Piccolo Natale, la tradizione dei ramai altomolisani
