di Silvia Valente
Anche il Wwf ha preso posizione sulla questione delle trivelle nei comuni dell’hinterland di Campobasso. Ad essere contestata è la Valutazione di impatto ambientale, cioè quella procedura di ispezione per appurare l’eventuale presenza di idrocarburi nel sottosuolo. “Dal nostro punto di vista – hanno detto dal Wwf – la Valutazione presentata al Ministero dell’ambiente è superata dall’esperienza di un impatto ambientale”.
L’organizzazione, in sostanza, si dice contraria a una politica energetica basata sulla ricerca di fossili, un’operazione aggressiva per via dell’uso di esplosivi fino a quindici metri di profondità, proprio in una “porzione di territorio – hanno aggiunto gli ambientalisti – molto fragile dal punto di vista strutturale”. Il Wwf ha poi ricordato la vicenda della Montedison a Cercemaggiore, una situazione che, a distanza di tempo, resta ancora da chiarire soprattutto per le conseguenze sulla salute, sull’inquinamento dei terreni e delle acque che sarebbero stati compromessi proprio a causa della radioattività. “Quale senso ha, quindi – hanno continuato dall’organizzazione – in una nazione come la nostra, che vanta risorse culturali e ambientali invidiabili, mettere a rischio la pesca e il turismo nell’adriatico o le eccellenze enogastronomiche della collina”?
“Il territorio molisano – hanno poi concluso – potrebbe aspirare a un futuro migliore, di qualità, basato sulla forza della cosiddetta economia verde e dovrebbe essere preservato da questi attacchi favoriti, fra l’altro, da leggi nazionali che modificano le competenze degli enti locali”.
Insomma a rimetterci sono, come al solito, i cittadini costretti a subire le conseguenze di decisioni prese da altri, in nome di uno sviluppo di cui, con tutta probabilità, non beneficeranno mai.