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venerdì, Maggio 3, 2024

Salviamo il Molise da Petraroia. I lavoratori crepano, lui straparla del Tempio di Apollo

AperturaSalviamo il Molise da Petraroia. I lavoratori crepano, lui straparla del Tempio di Apollo

petraroiadi PASQUALE DI BELLO

Nemmeno davanti ai drammi e alle disperazioni quotidiane che uccidono la speranza dei lavoratori, non accenna a decrescere la fluviale prosopopea dell’assessore regionale al lavoro. Invece di occuparsi delle crisi industriali, dello smantellamento dei presidi sociali, della disperazione imperante, Petraroia non trova di meglio che narrare ai molisani le vicende creditizie del Tempio di Apollo.

Come negli alberghi, l’assessore regionale al Lavoro, Michele Petraroia, ha fatto predisporre un album all’ingresso della struttura di via Toscana, quella che lo ospita. Quest’uomo dal fascino Camay e dall’espressione perennemente neutra, come se avesse sempre ingoiato una saponetta, è convinto che dal convulso via vai di gente che sale e scende le scale dell’orrendo palazzo (uno dei tanti casamenti pagati a canone d’oro dalla Regione Molise) prima o poi qualcuno apponga la propria firma sul libro degli ospiti assicurandogli che uno come lui il Molise non lo troverà mai più. Cosa molto più verosimile di quello che si possa immaginare. Infatti, un assessore così inutile e dannoso è difficile che il Molise possa ritrovarlo.

I danni causati da questo Carnera del comunicato stampa, più passa il tempo e più si aggravano e più si aggravano e più l’opinione pubblica si chiede per quale ragione il presidente della Regione, Frattura, continui a tenerselo in Giunta (aggravando la posizione stessa di Frattura, non certo esemplare) e non lo restituisca alla fabbrica delle chiacchiere alla quale l’interessato è stato indebitamente sottratto. Liberato dalle incombenze assessorili, Petraroia potrebbe finalmente dedicarsi a tempo pieno alle bolle di sapone, materia nella quale eccelle e che egli più di tutte sembra prediligere. Chi volesse averne una prova, faccia una visita al sito web dell’interessato: michelepetraroia.it. Avendo il democratico Petraroia depennato sia il Giornale del Molise che Telemolise dalla lista d’invio dei suoi fluviali comunicati stampa, a noi di tanto in tanto incombe l’obbligo di frequentare quel luogo dove sono conservate le perle di saggezza che egli ammannisce quotidianamente all’intero globo terracqueo. Tra le tante comunicazioni che egli dispensa, sottraendo tempo ad incombenze certamente più importanti, ce n’è capitata sottocchio una con questo titolo: “Dal Genocidio della Bosnia al muro d’Ungheria”. Invece di occuparsi e preoccuparsi di risolvere una (almeno una!) delle tante questioni irrisolte del mondo del lavoro molisano, Petraroia non trova niente di meglio che sperticarsi in una fastidiosa e inutile concione sulla “permanenza della Grecia nell’area euro”, di estensione dell’Unione europea alla “Serbia, alla Bosnia-Erzegovina, al Montenegro, al Kosovo, alla Macedonia e all’Albania”, di “riunificare in una nuova carta geografica la Grecia con gli attuali confini con l’Austria-Ungheria”, di “costruire gli Stati Uniti d’Europa dal Bosforo allo stretto di Gibilterra”, della “prima bancarotta delle Città-Stato dell’Antica Grecia che nel 377 Avanti Cristo non restituirono i crediti ricevuti dal Tempio di Apollo.

Ora voi capirete come in una regione dove prima o poi qualcuno per la disperazione s’appenderà ad un palo o si sparerà un colpo di revolver alla tempia, in una regione dove sta fallendo e saltando tutto in ogni comparto lavorativo e dove, a partire dalla Sanità, vengono smantellati i più elementari presidi sociali; in una regione che continua ad ingrassare a colpi di migliaia di euro al mese lorsignori governati; voi capirete come in una regione così messa le irritanti concioni di Petraroia facciano letteralmente a cazzotti non tanto col buon senso e con la logica ma, principalmente, col senso del pudore e del ridicolo. I molisani sono disperati – basta passare il martedì davanti al Consiglio regionale per averne un’idea – e il nostro assessore regionale al lavoro non trova niente di meglio che occuparsi della riforma dell’Unione europea, della modifica della carta geografica e del Tempio dove Apollo starà ancora a martellarsi le pudenda per la mancata restituzione dei quattrini prestati nel 377 avanti Cristo.

Ci chiediamo a cosa altro dobbiamo assistere prima che questo spettacolo indecente venga fermato, ci chiediamo a quanti fiumi di parole inutili e vacue dovranno scorrere prima che cessino definitivamente le prediche dei soloni che invece di risolvere i problemi dei molisani ne offendono ogni giorno la dignità dando fiato alla bocca.

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