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domenica, Aprile 28, 2024

Il partito dei coppoloni. La Regione discute a giugno 2015 questioni del 2014 ma lorsignori incassano tutti i mesi

AperturaIl partito dei coppoloni. La Regione discute a giugno 2015 questioni del 2014 ma lorsignori incassano tutti i mesi

di PASQUALE DI BELLO

Venerdì prossimo, 19 giugno, l’ordine del giorno del Consiglio regionale del Molise prevede la discussione di questioni iscritte oltre un anno fa, a maggio 2014. Una delle tante anomalie di un sistema che premia ciascun consigliere regionale con decine di migliaia di euro al mese in cambio di una “produzione” istituzionale in molti casi farlocca e pari allo zero. Tutto a spese dei molisani.

Amanti come sono delle zone vaste e spopolate, i consiglieri regionali del Molise (buona parte di essi) usano portare sul capo delle coppole speciali: tutte di taglia dalla 75 in avanti. In alcuni casi, che qui non citeremo per non fare un torto agli altri, si sfiorano taglie da Guinness dei primati. A qualcuno, infatti, per contenere il surmenage cerebrale, più che una coppola una serve un bacile di quelli in uso alle nonne agli inizi del secolo scorso. In entrambi i casi, sia per quelli col coppolone, sia per quelli col bacile, il copricapo è stato dotato di una grondaia e un canale di scolo, necessari a raccogliere la dose massiccia e fluviale di sudore che la fronte di lorsignori secreta a causa del superlavoro quotidiano.

Pensate, tanto lavorano che venerdì prossimo lorsignori si riuniranno in Consiglio regionale per discutere questioni risalenti a maggio del 2014, ovvero ad oltre un anno fa. Delle due l’una: o le questioni all’ordine del giorno appartengono alla specie delle minchionerie da rinviare all’infinito, oppure attengono a fatti importanti da discutere, analizzare e risolvere alla svelta. Nel primo caso, verrebbe da chiedersi se sta bene discutere di minchionerie e pagare decine di migliaia di euro ogni mese per ogni consigliere regionale, nel secondo, invece, se sta bene pagare sempre le solite decine di migliaia di euro a capoccia per bivaccare in quel campo del Consiglio regionale che più passa il tempo e più rappresenta per molti un pascolo abusivo dove stendersi al sole del dolce far niente.

Il punto è proprio questo. Mensilmente le casse regionali, alimentate dai molisani, si svuotano per la turbopaghetta di quella che in larga parte è una camarilla di sfaccendati dei quali sarebbe il caso di cominciare a stilare un ruolino di marcia. Capire cioè cosa producono costoro che, per un caso fortuito, si trovano al ricoprire il ruolo di legislatori regionali. Lo chiediamo ufficialmente al presidente Niro, che siede sulla tolda di comando della nave consiliare. Ci piacerebbe che ci fornisse una pagella tecnica dove fosse annotata la “produzione” istituzionale di ciascun componente del Parlamento (sic!) regionale: proposte di legge, mozioni, ordini del giorno, interrogazioni, interpellanze, interventi in aula. Vorremmo capire, in buona sostanza, se l’obbligazione contratta con il popolo molisano sia onorata da lorsignori. In una qualsiasi azienda privata, sbrigare un compito con un anno di ritardo equivarrebbe ad un licenziamento meritato e in tronco. Nelle Istituzioni, almeno in quelle molisane, ad essere invece licenziato è solo una cosa: il senso del pudore. Perché ce ne vuole di spudoratezza quando si pretende di discutere a giugno del 2015 punti iscritti all’ordine del giorno a maggio 2014. Ma tant’è, e se una cosa è certa è che in Molise il senso del pudore è inversamente proporzionale alla taglia delle coppole.

 

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