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venerdì, Aprile 19, 2024

Mine anti – uomo, anche a Campobasso celebrata giornata internazionale

AttualitàMine anti - uomo, anche a Campobasso celebrata giornata internazionale

di SILVIA VALENTE

Mille  anni: questo il tempo stimato dagli esperti per bonificare le bombe su tutto il pianeta. Un dato che fa riflettere e che riporta l’attenzione su un tema di triste attualità. In occasione della giornata internazionale per la sensibilizzazione sul problema delle mine anti-uomo, a Campobasso è stato organizzato un evento dal Rotaract Club che ha scelto l’aula consiliare del Comune per dicuterne. Oltre al sindaco Antonio Battista, sono intervenuti il presidente del Club Danilo Iacobucci e il giornalista di guerra Roberto Colella. Durante l’incontro è emerso che sono molti i paesi nel mondo in cui la piaga delle mine inesplose è ancora dilagante: Afghanistan, Libano meridionale, Balcani e Africa sono le zone maggiormente interessate anche perché – hanno detto i relatori – lì è ancora difficile mappare le bombe. Sono i bambini ad essere particolarmente a rischio perché, purtroppo, le bombe assomigliano a dei giocattoli che attirano la loro attenzione. A questo problema si aggiunge quello del finanziamento alle guerre: gli esperti dicono che sono oltre 27 i miliardi investiti nella produzione di bombe Cluster – specie in Libia e Siria – armi particolarmente pericolose e paragonate ad una madre che partorisce perché si presentano come contenitori di tanti piccoli ordigni interni. Le banche sono le maggiori sostenitrici di queste operazioni e anche il nostro paese – nonostante la firma alla convenzione di Ottawa che ne vieta stoccaggio, impiego e produzione – si continuano a realizzare armi per venderle. 2000 fucili beretta – ha detto Roberto Colella in qualità di ricercatore del settore Difesa e Armi dell’ISAG di Roma – sono stati venduti all’Egitto qualche tempo prima della recente rivoluzione.
Una situazione drammatica, quindi, che scuote le coscienze e che, da italiani, ci vede particolarmente coinvolti per evitare di ripetere il primato del 2013 che ci ha visti – ha concluso Colella – primi fornitori di armi a Israele con oltre 400 miliardi di euro, cifra che ha superato gli Stati Uniti d’America.

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