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giovedì, Maggio 2, 2024

Casa esplosa a Pesche, dopo quattro anni e mezzo parte il processo

AttualitàCasa esplosa a Pesche, dopo quattro anni e mezzo parte il processo

A quattro anni e mezzo dalla tragedia, oggi al tribunale di Isernia è cominciato il processo sull’esplosione di una palazzina, avvenuta a Pesche il 5 maggio del 2010. Quella fuga di gas costò la vita a Giovanni Di Caprio. Solo la sera prima era andato a vivere nella mansarda dello stabile, posto a ridosso della statale 17, insieme alla moglie e al figlioletto, che all’epoca aveva appena un mese. Subito dopo l’esplosione, il 25enne riuscì a mettere in salvo la famiglia (moglie e figlio riportarono ferite non gravi), ma per lui non ci fu scampo. Riportò ustioni sul 90% del corpo. Dopo qualche giorno morì in ospedale, a Napoli. Questo procedimento sin dalle prime fasi si è rivelato lungo e complesso, segnato da incidenti probatori e una serie di rinvii. Oggi il giudice Antonio Ruscito ha disposto il calendario delle prossime udienze: il 10 febbraio del 2015 saranno ascoltati i primi otto testi citati dal pubblico ministero, per gli altri se ne parlerà il 10 marzo. A seguire toccherà ai testimoni convocati dagli avvocati della difesa. In questo processo cinque persone sono imputate per omicidio colposo: oltre alla proprietaria dell’abitazione saltata in aria, ci sono il progettista, l’installatore, l’amministratore delegato della società distributrice del gas e un dipendente dell’azienda. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile.

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