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mercoledì, Maggio 1, 2024

Ambiente a rischio, molti i fronti aperti. I comitati contro le biomasse dicono no all’impianto di Mafalda. E sui pozzi di Cercemaggiore si insedia la commissione prefettizia

AperturaAmbiente a rischio, molti i fronti aperti. I comitati contro le biomasse dicono no all'impianto di Mafalda. E sui pozzi di Cercemaggiore si insedia la commissione prefettizia

di ANNA MARIA DI MATTEO

L’attenzione sui temi ambientali resta alta anche in Molise. Finalmente. Territorio a rischio a causa di scelte politiche sciagurate e miopi, le cui conseguenze ricadono sull’ambiente stesso e sui suoi abitanti. I fronti aperti sono tanti.
A Cercemaggiore i cittadini chiedono la verità. Tenteranno di trovarla i tecnici che da mesi, da un anno, stanno lavorando in quella zona, esaminando materiali, documenti, reperti.
L’unica certezza, al momento è che in località Capoiaccio, l’area nella quale si trovano i pozzi, ormai dismessi, della Montedison, sono stati riscontrati livelli di radioattività dieci volte superiori alla norma. Un dato preoccupante che i cittadini di Cercemaggiore collegano al gran numero di casi di malattie tumorali che negli anni si sono registrati e che continuano a registrarsi in paese.
Venerdì prossimo alla Prefettura di Campobasso si insedierà la Commissione tecnica prefettizia per la verifica ambientale dell’area di Capoiaccio. Ne faranno parte, tra gli altri, rappresentanti dell’Istituto superiore di sanità, della Presidenza del Consiglio dei ministri e del dipartimento di protezione civile.
Il primo passo verso l’eventuale bonifica della zona in cui fino agli anni 80 erano in funzione i pozzi petroliferi.
L’ambiente molisano dunque costantemente a rischio, minacciato da pericolose forme di inquinamento. In Molise, tuttavia, sta crescendo e si sta affermando la consapevolezza che il territorio, l’aria e le risorse idriche sono ricchezze da tutelare.
Ne sanno qualcosa i comitati che si battono contro le biomasse. Dopo la vittoria sulle centrali di Campochiaro e San Polo, l’attenzione ora si sposta su un altro impianto, sempre a biomasse che dovrebbe essere realizzato sul territorio di Mafalda. Una centrale da 50 megawatt, secondo i dati in possesso dal presidio di Campochiaro. I comitati sono pronti a dare battaglia affinché l’impianto di Mafalda, come quelli di Campochiaro e San Polo Matese non venga realizzato.
Una battaglia in difesa dell’ambiente, alla quale il presidio del Matese ha invitato ad aderire anche i cittadini di Montagano, dove è in programma l’adeguamento e l’ampliamento della discarica, già in funzione da diversi anni.Un appello lanciato nel corso dell’incontro che si è svolto al Comune ed al quale era presente, tra gli altri, Massimo Romano, legale del Condacons, che ha presentato ricorso.
«La vittoria ottenuta sugli impianti del Matese – hanno detto i rappresentanti del presidio di Campochiaro all’incontro di Montagano – è la vittoria dei cittadini e delle associazioni che non hanno accettato passivamente una scelta politica che non teneva conto del territorio e dei suoi abitanti».
E la lotta va avanti.

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