di FABRIZIO OCCHIONERO Sei settimane di stop da Pesaro a Bari per il fermo pesca che anche quest’anno in questa zona dell’Adriatico blocca le attività nel pieno dell’estate e nel periodo di maggior guadagno per il settore.
Pescherecci all’ancora al porto di Termoli dove gli operatori devono fare i conti con la crisi e con un altro fermo, quello relativo ai pagamenti dello scorso anno.
In sospeso ci sono gli indennizzi ma anche il pagamento della cassa integrazione ai marittimi. <<Le famiglie sono allo stremo e non sanno come andare avanti>> afferma un armatore. Secondo i rappresentanti di categoria il fermo dovrebbe essere più flessibile e organizzato nei periodi meno redditizi in modo tale da agevolare tutto il settore.
Il fermo biologico cambia le regole della filiera con i ristoranti che devono rifornirsi altrove per offrire un prodotto fresco ai turisti che in queste settimane affollano Termoli e gli altri centri della costa. <<Il pesce – spiega un ristoratore – arriverà dal Tirreno o dalla zona di Brindisi dove alcuni pescherecci della nostra marineria si sono spostati in queste settimane oppure dalla piccola pesca locale>>.
Anche i commercianti chiedono maggiore attenzione alla categoria. Non tutti rimarranno aperti in questo periodo e in passato c’era una legge regionale che prevedeva una sorta di <<risarcimento>> per i mancati introiti.