di MICHELE MIGNOGNA
La Prima sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato, di fatto, la condanna a quattordici anni alla moglie di Nicola Di Paolo, giovane larinese scomparso dalla città frentana il 20 luglio del 2007. Da allora ci sono stati i tre gradi di giudizio, per la Corte di Assise e la Corte di Appello di Campobasso, responsabili della scomparsa di Nicola Di Paolo furono la moglie Anna Vincelli e il compagno Domenico Ciarlitto, condannando la prima a quattordici anni di carcere e il secondo a un solo anno. Nel pomeriggio di oggi invece il colpo di scena, per i Giudici della prima sezione Penale della cassazione, il processo presenta un vizio di forma tale da dover rinviare il tutto in Corte di Appello, quella di Salerno questa volta, per ulteriori approfondimenti. “E’ l’obiettivo che volevamo raggiungere – ha dichiarato l’avvocato della Vincelli Michele Urbano al telefono – ora aspettiamo di leggere il dispositivo per studiare le strategie future”, mentre per Gaetano Caterina che difende la famiglia dello scomparso “la sentenza, secondo i Giudici di Cassazione, presenta dei vizi di forma, a questo punto aspettiamo di leggere l’intero dispositivo per capire come procedere”. Molto prudenti gli avvocati dunque, e non potrebbe essere altrimenti, nelle loro dichiarazioni, che, precisiamo, sono state raccolte a caldo, all’uscita della Corte di cassazione, bisognerà aspettare i prossimi giorni dunque per capire il perchè di questa decisione.
