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domenica, Maggio 5, 2024

Sinistramente incauti

AttualitàSinistramente incauti

di STEFANO FIORETTI

L’avvento di Renzi e il ritorno di Michele Iorio. Gli eventi mi danno ancora una volta l’occasione di collegare Molise e Italia, un vezzo del quale evidentemente non riesco a fare a meno. La riflessione allargata contempla anche Enrico Letta ed il Governatore molisano Frattura, oltre che la contesa Venittelli / Fanelli per la conquista della segreteria regionale del PD. Le note figure appena citate orbitano attorno ad un centro di gravità assieme ad alcune curiose “analogie incrociate” e con prospettive diverse e in parte imprevedibili come Natura vuole. Pianeti, lune ed asteroidi di un piccolo universo che non finirà mai di stupirci. Qualcuno resterà in quota ma altri dovranno sicuramente aprire un bel paracadute. Renzi sta probabilmente sottovalutando la facilità con la quale il PD e discrete quote aggiuntive del panorama politico nazionale gli stanno stendendo il… tappeto rosso. Egli è giovane e forte e dunque convinto di poter sgominare persino i grandi strateghi del potere politico sotterraneo. Magari, chissà, ci riuscirà ma le perplessità sono d’obbligo, vista soprattutto la sua inesperienza a certi livelli, una carenza che solo il tempo può risolvere a dispetto degli ottimi maestri dei quali ha potuto beneficiare in passato. Sinistramente incauto numero uno, dunque, Matteo Renzi. Vedremo. A volte ritornano: questo deve aver pensato Paolo Di Laura Frattura di quel Michele Iorio al quale il terzo grado di giudizio ha riaperto le porte del Consiglio Regionale. L’attuale Presidente della Regione ha scelto una linea “morbida”, approcciando con un sostanziale “bentornato”, buoni propositi e l’auspicio di un dialogo istituzionale e collaborativo, guadagnandosi immancabilmente gli strali di alcuni compagni di viaggio. Proprio Frattura è il “Sinistramente incauto numero due”, perché i miti consigli ai quali pare essere approdato ora stridono con quella campagna elettorale costruita tentando di far passare una immagine di “nuovo, pulito ed immacolato” che nessuno può ostentare, perché il Sistema ha funzionato e funziona in un certo modo e chi vuol starci non può non incappare, presto o tardi, in incidente di percorso. Parimenti incauto è stato contare su una Giustizia che potesse “regolare” l’ex Governatore. Al di là dei dettagli e dello specifico della vicenda “Bain & Co.”, nessuno che abbia un minimo di buon senso può infatti negare che l’ansia di giustizialismo pervade la politica e che spesso e volentieri sfocia in indagini, inchieste e avvisi di garanzia che sanno tanto, ma tanto, di “guarda caso proprio ora”. La diatriba che ci accompagnerà per chissà quanto si chiama “prescrizione” ed i tanti che dispongono di tempo libero in abbondanza se ne occuperanno senza sosta, meditando magari di impiantarvi una nuova e bella campagna elettorale appena possibile. Le stranezze dei tre gradi di giudizio che hanno riguardato Iorio, con l’ultimo che lo ha appena ricollocato in Consiglio “revocando” così Nico Romagnuolo, sono tante e destano come minimo perplessità, quando non insinuano dubbi. L’atteggiamento di Frattura, che è intelligente e tenta ora di disfarsi della poltrona di “Sinistramente incauto numero due”, è giusto ed opportuno ma si sta già tirando addosso i pomodori lanciati dai suoi compagni di coalizione, primo dei quali naturalmente quel Cristiano Di Pietro degno figlio di cotanto padre in quanto a protervia e tintinnar di manette. A proposito di “leva giustizialista”, anche il Sindaco di Firenze la sta assaggiando sulla propria pelle, constatandone tra l’altro la scientifica ed immancabile accelerazione e questo proprio mentre subisce attacchi non da poco dai “media” cittadini. Qui da noi, però, è rappresentato al 100 nella lotta per la segreteria regionale del Partito Democratico: due candidate renziane, sarà vera gloria? E con questo son due i tappeti rossi ottenuti troppo facilmente… Tutto il mondo è paese ed anche l’Italia lo è: una stagnante palude nella quale si preferisce denigrare, attaccare, distruggere e scalare il potere, piuttosto che cercare di unire le forze e costruire un futuro. L’attuale governo molisano ne è la prova: adagiatosi sulla vittoria, ottenuta anche e soprattutto per l’altrui disgrazie ed a colpi di carte bollate, ha omesso di impegnarsi come avrebbe dovuto e di sottrarre tempo prezioso alla gestione dei presidi politici per destinarlo ad un lavoro concreto e soprattutto visibile. I risultati sono sotto gli occhi di tutti ed è lecito pensare che il rientro di Iorio in Consiglio rivitalizzerà alquanto l’opposizione e toglierà almeno un po’ di sonno a più di qualcuno.

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