di Anna Maria Di Matteo
Quanto dichiarato dall’amministratore unico della Gam Nicola Baranello alle Rsu, qualche giorno fa, è stato drammaticamente confermato nei fatti: da ieri l’impianto di macellazione dei polli ed il mangimificio sono chiusi. Resta aperto solo l’incubatore per l’allevamento dei pulcini per onorare il contratto ancora in essere con l’Avimec. Dunque non si allevano più polli, la filiera è ferma.
Uno stop alla produzione piombato come un fulmine a ciel sereno, senza alcuna comunicazione ufficiale da parte della Regione.
Erano stati i sindacati, allarmati dal drammatico annuncio fatto da Baranello, a chiedere un incontro urgente al governatore Frattura. Governatore che non li ha ricevuti, per impegni già assunti in precedenza. Ma proprio mentre i rappresentanti sindacali chiedevano l’incontro al presidente della Regione, le sorti dell’azienda avicola e dei suoi lavoratori erano ormai decise.
Le assicurazioni di Frattura sull’impegno della Regione a non far morire l’azienda, a rilanciarne la produzione oggi suonano come una terribile beffa. Restano a casa trecento lavoratori che al momento usufruiscono della cassa integrazione ordinaria che a questo punto rischia di saltare, restano a casa ma senza alcuna forma di sostegno i circa trecento stagionali. E restano a casa i trasportatori che attendono ancora di essere pagati, come gli allevatori che nel frattempo stanno tentando di mantenere aperta una residua speranza, avviando le procedure per costituire una cooperativa.
L’obiettivo è quello di cercare di instaurare, in futuro, un rapporto di collaborazione con l’Isa, l’istituto per lo sviluppo agroalimentare per tentare di tenere acceso un lumicino per la eventuale ricostituzione della filiera. Ma al momento tutto è fermo.
Intanto domani dovrebbero arrivare in Molise i vertici del Gruppo Avimec, di proprietà della famiglia Leocata.
L’azienda agroalimentare di Modica aveva manifestato l’interesse a rilevare la Gam, riaccendendo così le speranze dei lavoratori. Ma forse qualcuno ha cercato di mettere i bastoni tra le ruote, scoraggiando i siciliani.
Comunque la chiusura, a sorpresa, dell’azienda ha messo la parola fine a speranze ed illusioni, mettendo tutti di fronte alla dura realtà: la più importante azienda agroalimentare del Molise è stata abbandonata al suo destino, lasciata morire dopo una lenta agonia, nel silenzio assordante della Regione.
