Oggi il villaggio provvisorio di San Giuliano di Puglia si presenta come un insediamento abbandonato, in balìa degli sciacalli e dei ladri di grondaie e altri materiali. Dopo il rientro delle famiglie nel paese ricostruito, le casette sono ormai tutte chiuse, quasi a segnare una nuova fase per la comunità che ha ripreso, per quanto possibile, ritmi di vita normali.
Qui, proprio tra i prefabbricati di legno, dovrebbero arrivare a breve le famiglie di profughi che fuggono da paesi in guerra e poverissimi. Vanno avanti infatti le procedure del progetto del Governo destinato all’accoglienza dei migranti sul territorio e in particolare al villaggio che potrebbe ospitare fino a mille persone, un numero superiore alla popolazione di un paese che si prepara ad accogliere i profughi.
Da un giro che abbiamo lungo il corso principale e le attività commerciali sabato mattina, non abbiamo raccolto delle posizioni “estreme” o “contrarie” ma, in generale, i sangiulianesi sarebbero favorevoli al progetto a determinate condizioni o, comunque, vogliono saperne di più rispetto a un piano che sembra “imposto” dal Governo centrale.
Non a caso, sull’iniziativa ha frenato lo stesso sindaco, Luigi Barbieri il quale, pur offrendo la disponibilità del Comune ha chiesto garanzie sul tipo di accoglienza, dunque famiglie con bambini, e su numeri piccoli che non dovranno stravolgere la vita quotidiana di una comunità già segnata dalle conseguenze del terremoto.
