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domenica, Maggio 5, 2024

Esclusivo “Dossier F35″, le larghe intese sono sempre esistite, la storia dei famigerati F35 amati dai politici di entrambi gli schieramenti

DossierEsclusivo “Dossier F35″, le larghe intese sono sempre esistite, la storia dei famigerati F35 amati dai politici di entrambi gli schieramenti

Michele Mignogna

Quando nasce l’investimento sugli F35, aerei da guerra, ormai riconosciuto a da tutti, come inutili e anzi dannosi, sia per l’economia sia per le loro funzioni, aerei che nascono già inutili e che alcuni Governi, compreso il nostro, utilizzeranno per bombardare popolazioni inermi, solo per alimentare quella sudditanza economica e finanziaria nei confronti degli Stati Uniti, i quali, difficilmente utilizzeranno questi mezzi. Ecco un dossier, che in pochi hanno letto e capirete perchè.

LA NASCITA DEL PROGRAMMA E I TRE MODELLI DI F 35

Il programma per la difesa militare Joint Strike Fighter è sicuramente il più ambizioso, il più costoso e anche il più contestato della storia dell’Aeronautica. Viene avviato negli Stati Uniti già nella prima metà degli anni Novanta, nell’ambito del progetto JAST (Joint Advanced Strike Technology), per sviluppare un aereo da combattimento di nuova generazione che sostituisse, in più versioni, un’ampia gamma di velivoli della flotta militare americana.

Nasce così il progetto dell’F-35 Lightning II, un velivolo multiruolo di quinta generazione, con caratteristiche stealth (cioè a bassa osservabilità radar) e net-centriche (vale a dire con l’interconnessione di tutti i sistemi di comunicazione, informazione e scambio dati).

Il progetto prevede tre varianti del velivolo. I primi sono gli F-35A, la versione di base ad atterraggio e decollo convenzionale CTOL (Conventional Take-Off and Landing). Ci sono poi gli F-35B, a decollo corto e atterraggio verticale STOVL (Short Take-Off and Vertical Landing), e gli F-35C, la versione per impiego sulle portaerei CV (Currer Variant).

Il programma nasce nel segno della cooperazione internazionale ed è realizzato dagli Stati Uniti insieme ad altri otto paesi: la Gran Bretagna è partner di primo livello, con una quota di partecipazione del 10 per cento (e possibilità di influire sui requisiti del velivolo); l’Italia, insieme all’Olanda, è partner di secondo livello, con una quota di investimento nello sviluppo del programma di circa il 4 per cento (e limitate possibilità di influire sui requisiti del velivolo); Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca sono partners di terzo livello, con una partecipazione finanziaria che oscilla tra l’1 e il 2 per cento (senza alcuna possibilità di influire sui requisiti del velivolo). Israele e Singapore hanno siglato accordi bilaterali di Security Cooperation Participation con gli Stati Uniti, per la sola acquisizione del velivolo.

A scandire il programma sono cinque fasi, dalla progettazione, alla sperimentazione, fino alla produzione. Nel 2012 ha preso il via la quarta fase, quella della produzione a basso ritmo(LRIP, Low-Rate Initial Production), con una conclusione indicativa nel 2016, anno in cui è previsto l’avvio della quinta fase, quella della produzione a pieno regime (FRIP, Full Rate Production).

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