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venerdì, Maggio 3, 2024

Gruppi regionali, più che uno scandalo una vergogna. Rimborsato anche uno scontrino da dieci centesimi

AperturaGruppi regionali, più che uno scandalo una vergogna. Rimborsato anche uno scontrino da dieci centesimi

di PASQUALE DI BELLO

Sono molti i temi di riflessione sulla classe politica molisana. Dalla presunzione di onniscienza alla frivolezza e disinvoltura nella gestione del denaro pubblico. Su quest’ultimo versante le recenti delibere della Corte dei conti gettano una luce inquietante. Tra i rimborsi chiesti dai politici, anche le spese per il caffè e per un bicchiere d’acqua.

Due sono i fatti che ci hanno impressionato negli ultimi tempi: il primo c’ha dato la certezza che tra i nostri politici ve ne sono alcuni che, pur di darsi un tono d’onniscienza, non esiterebbero a gabellare un missile per supposta; l’altro, il secondo, c’ha invece confermato che se taluni politici secondo in campo pensando al rettangolo pedatorio, altri, invece, quando varcano il cancello di una qualche istituzione pensano al “campo dei miracoli” di collodiano memoria. Nel primo gruppo, per fare un esempio, possiamo iscrivere tutti coloro che hanno commentato la morte di un fantomatico attivista per la tutela dei diritti umani, tale Geremia Giscan. Nel secondo, quelli che come il Conte Ugolino, pur di addentare qualcosa, sarebbero disposi anche ad azzannare il cranio di un loro congiunto.

Geremia Giscan, ovviamente, non esiste e non è mai esistito. E’ il frutto della fantasia brillante di chi ha organizzato la burla andata in onda nel corso della recente diretta elettorale di Telemolise. Intervistati con aria luttuosa da alcuni nostri colleghi, le telecamere c’hanno impietosamente mostrato come siano stati in tanti a parlare solo perché era il caso di dar fiato alla bocca. C’è stato chi ha ricordato gli “assunti” di Giscan e chi invece ne ha riconosciuto l’opera mirabile in materia di “meteorismo”; vi è stato anche chi, addolorato dalla morte, non ha esitato a dichiararsi “vicino a lui”, ovvero alla salma.

Ma questo, quello che abbiamo appena scritto, appartiene a quella razza di politici a cui difetta il senso del ridicolo. Ve ne sono altri invece, su cui vorremmo appuntare il nostro ragionamento, in cui quello che difetta non è tanto il senso del ridicolo quanto quello pudore. La misura abissale di questa lacuna ce l’ha data la lettura delle prime delibere pubblicate dalla Corte dei conti in materia di rendicontazione dei gruppi consiliari alla Regione Molise. Leggendo la copiosa documentazione, emerge come tra le spese che lorsignori chiedono a rimborso ve ne siano alcune sospette, anzi sospettissime. Ma non stiamo parlando di numeri che fanno paura per l’ampiezza della somma; al contrario, stiamo parlando di numeri che impressionano per la loro inconsistenza. Le somme di cui parliamo, in euro, sono: 2.25 – 1.78 – 1.50 – 0.90 – 0. 80 – 0.10. Avete letto bene, ma non è tutto, perché stenterete a credere (come del resto stentiamo noi a crederci che pure abbiamo in mano “le carte”) che queste cifre miserrime si riferiscono a spese per “pasti e caffè”. Ora, a parte la difficoltà di imputare cifre con decimali così improbabili a qualcosa di commestibile, ci pare evidente come tra i nostri politici ve ne siano alcuni che a spese della collettività vadano anche a bere il caffè o sorseggiare una cedrata. Per carità, tutto regolare ma altrettanto sorprendete quanto a senso della misura: pari a zero. Ci chiediamo, indipendentemente dai rilievi effettuati della Corte dei conti, quale possa essere la sanzione dinanzi a tanta frivolezza e irresponsabilità nell’utilizzo del denaro pubblico. E’ evidente che nei rendiconti di alcuni gruppi regionali vi siano delle grosse zone d’ombra ma su questo saranno gli organi competenti a far luce. Quello che invece ci sentiamo di proporre, per il futuro, è che ogni pezza d’appoggio porti il nome dell’appoggiato. Solo cosi, quando leggeremo accanto ad uno scontrino da dieci centesimi il nome del rimborsato, potremo apporgli al collo un cartello bianco con una scritta in nero: vergogna!

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