18.8 C
Campobasso
domenica, Maggio 5, 2024

Zucchero e pollo: funzionano in tutto il mondo tranne che in Molise

AperturaZucchero e pollo: funzionano in tutto il mondo tranne che in Molise

di PASQUALE DI BELLO

Dietro alle crisi del comparto avicolo e saccarifero si nasconde, oltre al tema dei costi e del mercato, la longa manus della politica. Un gigantesco meccanismo clientelare a cui oggi questo governo regionale, incolpevole, rischia di pagare un salatissimo pedaggio.

Zucchero e pollo sono due tra le merci e gli alimenti più consumati al mondo. In pratica dai poppanti agli ultracentenari, tutti consumano questi due prodotti. Ad eccezione dei diabetici e dei vegetariani, non v’è alcuno al mondo che non abbia ingerito una zolletta di zucchero o addentato un cosciotto di pollo. Insomma, da questi due beni di consumo, pare che in tutto il mondo si traggano, oltre che dei benefici alimentari, anche e soprattutto dei benefici economici per chi li produce. Zucchero e pollo, invece, prodotti in Molise, diventano un consuolo, quella specie di cena che i congiunti meno stretti offrono a quelli più intimi al defunto. Terminate le esequie e seppellita la salma, ai parenti del de cuius di solito tocca qualche mestolo di brodo caldo, polpettine e pastina, mozzarelle e altre pietanze delicate come si conviene a chi, colpito negli affetti, ha bisogno di conforto e caldo. E quale conforto migliore se non quello di un desco pronto e amico?

Bene, zucchero e pollo in Molise questo sono: un consuolo. La cena della degli affranti. Perché tali sono i molisani, affranti e frantumati (passateci l’espressione) da due questioni che non solo rischiano di mettere per strada centinaia di lavoratori e famiglie ma, al tempo stesso, di relegare nel dimenticatoio tutte le altre schifezze di questa Regione. Pollo e zucchero in tutto il mondo producono utili, solo in Molise producono perdite, buchi, rossi, fossi, trappole e metastasi su quello scheletrico corpo che si estende da Venafro a Montenero di Bisaccia. Oltre ai costi di produzione, che indubbiamente qui da noi non sono concorrenziali, le ragioni di questo sfracello sono altre, anzi è una sola: la politica. Andando a ritroso, e guardando ai consigli di amministrazione delle due aziende sotto la lente, Zuccherificio e Gam, salta subito agli occhi che ai manager (quelli che avrebbero dovuto rendere conto) si sono preferiti i politici, i battitacchi, i portaborse e reggi moccolo, i trombati e i sacrestani del potere sempre pronti ad incensare chi lo detiene. E allora, se per macellare un pollo occorre un uomo e per sbucciare una bietola ne occorre un altro, in Molise finisce che ne servono cinque per l’una e per l’altra operazione, perché cinque voti sono meglio di uno. Purtroppo il problema è questo e solo questo e se nessuno ha il coraggio di dirlo a chiare lettere è perché il Molise vive di ipocrisie e prese per i fondelli. Frattura e soci dovrebbero azzerare seduta stante tutti i Cda e i vertici interessati e promuovere nei loro confronti una gigantesca azione di responsabilità. Solo così restituirebbero dignità a quei lavoratori che rischiano di restare per strada e a quei fessi di molisani che continuano ancora a vivere in questa Regione. Travaglio dice: “ci pisciano in testa e dicono che piove”, ma  se questo va bene per l’Italia per il Molise è ancora poco. Qui ci dicono che viviamo nella Nutella e invece … invece viviamo in mezzo a qualcosa che della cioccolata ha solo il colore.

 

Ultime Notizie