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sabato, Maggio 4, 2024

Bocciata la riforma Fornero dal 65% delle piccole imprese

FocusBocciata la riforma Fornero dal 65% delle piccole imprese

SONO i numeri che parlano. E nessuno dice che la riforma Fornero abbia migliorato il mercato del lavoro. Illustrano il contrario: è cresciuta la disoccupazione (era al 10,6 % nel luglio del 2012, mese di entrata in vigore della legge, è ora all’11,7 % con un aumento più che doppio rispetto alla zona euro), si è ridotta l’occupazione (c’erano 23 milioni di occupati, ce ne sono 22,7, vuol dire 1.641 occupati in meno al giorno, un calo dell’1,3%, il peggior risultato degli ultimi nove anni), la precarietà è rimasta quel che era ma sempre più non c’è nemmeno il contratto atipico per sfuggire dalla disoccupazione. Trimestre dopo trimestre, gli obiettivi sembrano tutti lontani a parte qualche segnale di inversione di tendenza sul lavoro intermittente o a chiamata (job on call) e sui contratti per le partite iva.

Certo c’è la crisi, la più grave e più lunga recessione del dopoguerra. Ma se la riforma non è riuscita minimamente a frenare l’emorragia di posti di lavoro cominciata con il crac della Lehman Brothers vuol dire che qualcosa non ha funzionato. D’altra parte questa è una legge che – a parte il governo dei tecnici e poi la Lista di Monti – nessuno ha condiviso. Non le parti sociali, seppur, ma non sempre, per ragioni opposte; non i partiti o i movimenti politici (dal Pdl al M5S, passando per il Pd).

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