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sabato, Maggio 4, 2024

Ricostruzione, aziende a corto di liquidità chiusi 40 cantieri nell’area del cratere

AperturaRicostruzione, aziende a corto di liquidità chiusi 40 cantieri nell’area del cratere

di Michele Mignogna

 

Oltre venti imprese bloccano quaranta cantieri in tutta l’area del cratere, per mancanza di fondi destinati alla ricostruzione post sisma. La decisione clamorosa è stata presa dalle imprese che ormai non ce la fanno più ad anticipare soldi propri per ricostruire le abitazioni danneggiate dal terremoto, e i risultati sono oltre cento cinquanta operai da licenziare e l’allungamento, inevitabile della ricostruzione e quindi del rientro nelle proprie abitazioni dei cittadini ancora fuori di casa. Una situazione drammatica che coinvolge un intero territorio.

 

Con profondo rammarico, ma anche con la consapevolezza di essere dalla parte della ragione, l’Associazione Liberi Imprenditori (Ali) annuncia che – recita la nota –  verranno chiusi circa quaranta cantieri edili interessati della ricostruzione post sisma nell’area del cratere. A tanto si è giunti, a causa della mancanza di chiarezza nelle procedure burocratico e amministrative che regolano la ricostruzione e che hanno comportato ingiustificati ed incomprensibili ritardi nel pagamento dei lavori già eseguiti. Non passa infatti giorno senza che vengano richieste integrazioni, ripetizioni, supplementi a pratiche già approvate, che dovrebbero semplicemente essere liquidate dall’Agenzia dalla Protezione Civile, la quale a stretto giro di posta risponde all’associazione che “ad oggi non c’è una sola pratica ferma in Agenzia” secondo Giarrusso che sottolinea anche come i lavori vengono pagati secondo i dettati della legge nazionale. Di conseguenza, quasi tutte le imprese e l’intero apparato produttivo che ruota intorno alla ricostruzione risultano in forte difficoltà, non essendo più in condizione di anticipare le somme necessarie per la prosecuzione delle opere di ricostruzione post sisma, parliamo di decine di piccole e medie aziende, anche dell’indotto, fornitori compresi, che non vedendo il becco di un quattrino, da troppi mesi sono costretti ad anticipare di tasca loro i soldi per lavori che la Regione non paga, con la conseguenza che molti operai già sono stati licenziati ed altri lo saranno in queste settimane, creando ulteriori disagi ad un territorio già duramente colpito dalla crisi di questi anni. Questa situazione di forte disagio comporterà, se non celermente risolta, l’ulteriore prolungamento dei tempi di rientro, nelle proprie abitazioni, delle persone che hanno ricevuto l’ordinanza di sgombero e che attendono da oltre dieci anni. Riteniamo pertanto necessario l’intervento immediato del neo Presidente della regione Molise, Paolo Frattura – chiedono gli imprenditori –  affinché, senza ulteriore indugio, si attivi urgentemente per dare risposta alle nostre  necessità, altrimenti saremo costretti non solo a chiudere i cantieri, ma a licenziare gli operai con tutte le conseguenze facilmente immaginabili per l’economia regionale già in grave difficoltà.

 

Intanto l’Agenzia Regionale per la Protezione Civile non ci sta e con un comunicato stampa lo stesso direttore, l’architetto Giarrusso risponde all’associazione degli imprenditori.

“Avrei dato volentieri di persona tutte le risposte che mi competono all’associazione dei liberi imprenditori – recita la nota – che invece di parlare con il diretto interessato, o con gli uffici preposti, ha preferito andare direttamente in televisione: come spesso ribadito – continua Giarrusso – siamo sempre qui, a disposizione, pronti a dare informazione e soprattutto spiegazioni con i dati alla mano

In ogni caso desidero dare ugualmente una risposta a questa associazione di imprese che personalmente non conosco, che non si è mai accreditata presso l’Agenzia e che non ho incontrato ai tavoli istituzionali”.

Presso la Prefettura, infatti,  è istituito un apposito tavolo tecnico al quale prendono parte i rappresentanti di tutte le associazioni di categoria firmatarie di contratti nazionali di lavoro e tutte quelle sindacali dell’edilizia. “Proprio con tutti loro abbiamo stabilito delle procedure da seguire per consentire al meglio il disbrigo delle pratiche di loro interesse – continua Giarrusso – ad oggi nessuna associazione ha segnalato intoppi di pratiche ferme, né ci risulta quanto lamentato da questo gruppo di imprenditori.

La capacità di fare impresa sta anche nel saper produrre idonea documentazione, come legge comanda. Se essa non è idonea io non posso giustificare davanti alla Corte de Conti un’uscita e tantomeno liquidare. La richiesta di documentazione aggiuntiva è sempre dovuta ad una carenza, non ad altro.

E poi vedo cifre buttate all’aria, come i 40 cantieri bloccati. Ma se tra tutte le pratiche in istruttoria, tutte giunte tra l’altro negli ultimi 15 giorni, solo per 13 è stata chiesta documentazione integrativa, perché si fermano 40 cantieri?

Il sottoscritto e tutte le persone che lavorano con serietà in questa Agenzia sono stanchi di attacchi che mirano solo a dare una falsa rappresentazione della realtà.

I nostri uffici, ricordo ancora una volta, sono sempre aperti a tutti.

I dati su qualunque settore e gli atti sono tutti pubblicati sul nostro sito.

Il personale e tutti i tecnici, anche quelli che operano sui Comuni, sono sempre disponibili a fornire chiarimenti e spiegazioni.

Chi vuole comprendere o risolvere un problema venga direttamente a parlare con noi, affrontando le questioni a tavolino e valutando in un confronto aperto e trasparente carte e numeri”.

Il direttore generale

Arch. Giuseppe Giarrusso

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