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mercoledì, Maggio 1, 2024

Inchiesta/ La Regione nomina un Commissario ai rifiuti, tra improvvise dimissioni e casi di omonimia. Ma l’emergenza dov’è?

AperturaInchiesta/ La Regione nomina un Commissario ai rifiuti, tra improvvise dimissioni e casi di omonimia. Ma l’emergenza dov’è?

di Michele Mignogna

 

Forse in pochi tra i cittadini molisani, distratti dalla recente campagna elettorale, sanno che il Molise si è dotato di un Commissario Regionale ai rifiuti. Anche se la situazione, sul territorio, così a prima vista non sembra presentare i caratteri dell’emergenza, a tal punto da richiedere provvedimenti speciali. E relative spese. Il tutto mentre la Regione Molise dispone di un Assessorato Regionale all’Ambiente, due Assessorati Provinciali sempre all’ambiente, e ogni Comune ha un suo Assessorato, o delega che sia, alla gestione dell’ambiente. Allora perché tanta fretta, a ridosso delle nuove elezioni, di affidare un incarico di per sé delicato?

 Il nuovo Commissario ai rifiuti, nominato con Delibera di Giunta Regionale n. 75 del 5 febbraio 2013 (assenti Vitagliano e Di Sandro) è Vincenzo Naso, ingegnere, cattedra a La Sapienza di Roma, specializzazione in “ciclo dell’energia e il suo impatto ambientale”, solo omonimo del docente universitario arrestato a Napoli, nel 2009, nell’ambito di un’inchiesta sui rifiuti.

Il Professor Naso, subentra nella carica a Roberto Baldetti, nominato dalla Giunta Regionale il 25 gennaio 2013 (delibera n. 51) e dimissionario una settimana dopo (4 febbraio) per non meglio precisate “ragioni professionali”. Omonimo anche lui, è senz’altro da credere, del Roberto Baldetti, ingegnere romano, amministratore della Tisol che aveva interessi nel campo dell’eolico molisano, coinvolto nel caso del parco eolico “Pitagora” di Isola Capo Rizzuto, in Calabria, per il quale il 23 gennaio scorso è stato emesso il provvedimento di conclusione delle indagini, con la richiesta di rinvio a giudizio per il Baldetti e altri sette fra politici, imprenditori e funzionari regionali, e  se non si trattasse di un caso di omonimia si potrebbe pensare che sia questo il motivo che ha portato Baldetti alle dimissioni.

Fra i compiti del commissario, si legge nella delibera del sei febbraio, “verificare lo stato attuale degli impianti di smaltimento e recupero”; “valutare tutte le proposte pervenute e tese alla risoluzione globale [sic] del problema”; elaborare una “proposta operativa, che abbia anche la forza espropriativa, capace di eliminare definitivamente tutte quelle situazioni di pericolo per la salute e per l’igiene lamentate dai vari organi di controllo che operano sul territorio regionale”.

Ben venga, in tutti i modi, una seria politica di gestione dei rifiuti, ma con un assessorato regionale all’ambiente, due assessorati provinciali, un assessorato (o una delega all’ambiente) per ciascun comune molisano, c’era davvero la necessità di un commissario? E perché tanta fretta, a ridosso delle nuove elezioni, di affidare un incarico così delicato? Dopo che la Giunta Regionale Regione nel 2011 (delibera n. 395) aveva già firmato una “Convenzione con il Dipartimento di Scienze Ambientali della Seconda Università degli Studi di Napoli per la redazione del Piano di Gestione del ciclo dei rifiuti urbani”, alla modica cifra di 140 mila euro, più Iva?

Un piano di gestione che peraltro la Regione Molise insegue dal 2002, quando per la prima volta se ne fa menzione in una delibera di giunta. Tra le principali motivazioni, la scarsa incidenza della raccolta differenziata sul territorio molisano, per un’epoca in cui la raccolta differenziata si faceva con le campane e soprattutto senza obblighi da parte dei cittadini nel separare i rifiuti. Una cosa, insomma, lasciata alla buona volontà del singolo. Tanto è vero che alcune società, anche partecipate, sono finite nei guai perché mentre i cittadini differenziavano i rifiuti nelle campane, queste poi venivano svuotate nello stesso camion e quindi mischiati. Tutta la delibera del 2002 gira intorno alla questione della raccolta differenziata, ad oggi tutt’altro che risolta, tra inefficienze e zone in cui quel tipo di raccolta ancora non viene effettuata.

E come va interpretata, tra i compiti assegnati al commissario, la “individuazione delle eventuali necessità di ampliamento degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, sulla base delle inderogabili necessità territoriali”? Oppure la “attivazione delle procedure per la realizzazione di nuovi impianti ed eventuali interventi di ampliamento di quelli esistenti”?

Insomma, in una regione in cui sono già presenti diversi impianti, più o meno sicuri, per lo smaltimento dei rifiuti, se ne vorrebbero costruire di nuovi e ampliare anche quelli esistenti. Come già è avvenuto sia alla discarica di Guglionesi che in quella di Montagano. Senza un Piano regionale dei rifiuti, visto che si sta cercando di provvedere adesso. E a chi serve un piano regionale per i rifiuti che prevede l’ampliamento e la costruzione di nuovi impianti, in una regione che, obiettivamente, non sembra presentare questo tipo di emergenza? Forse alle regioni limitrofe, che hanno grossi problemi, e grossi bisogni? E perché, se il Molise non ha una effettiva emergenza rifiuti, bisogna pagare un altro consulente? Questo potrebbe essere per il neo Presidente della regione Paolo Frattura un primo passo di discontinuità. Ritiri l’affidamento e faccia fare il lavoro agli organi deputati, gli assessorati all’ambiente, visto che in molti hanno anche frequentato corsi di aggiornamento sulla gestione dei rifiuti, e non permetta che ancora una volta il Molise diventi terra di conquista.

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