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venerdì, Aprile 26, 2024

Il Molise va avanti, Trenitalia resta indietro. Forti disagi per i pendolari del voto

AperturaIl Molise va avanti, Trenitalia resta indietro. Forti disagi per i pendolari del voto

di PASQUALE DI BELLO

Anche in questa tornata elettorale si rinnovano i disservizi per i “pendolari del voto”, cittadini che per ragioni di studio o lavoro vivono fuori regione. Ieri si è verificato l’ennesimo episodio negativo: un vero e proprio assalto all’arma bianca per garantirsi un posto sul treno da Campobasso per la Capitale.  

Che per le Ferrovie italiane i molisani siano (a giudicare dai servizi) cittadini di terza serie, questo lo sapevamo. Come sapevamo che alle Ferrovie italiane a nessuno importi un beato fico secco di modificare questa disonorevole classifica. Semmai tuttavia ci fosse venuto un dubbio, ieri ce lo siamo fugati definitivamente avendo assistito, ahinoi, all’ennesima vergogna perpetrata ai danni dei viaggiatori molisani. La foto che pubblichiamo a corredo di questo pezzo è stata scattata alla stazione di Venafro e racconta l’assalto all’arma bianca a cui sono stati costretti i passeggeri pur di assicurarsi non un posto (figuriamoci) ma il semplice ingresso a bordo del terno in partenza alle 15,35 e destinato a Roma. Il convoglio a Venafro è giunto già pieno all’inverosimile, avendo caricato lungo la strada i passeggeri recatisi alle urne e obbligati a rientrare a Roma in prima serata. Studenti e lavoratori, principalmente, attesi il lunedì mattina a lezione o sul posto di lavoro. Gente normale a cui sarebbe dovuto un servizio normale. E invece no, siamo in Molise, e quello che in altrove è normale, qui diventa speciale. Eh si, perché in Molise la normalità è viaggiare su carrozze bisunte e scomode che hanno sul groppone almeno trent’anni, ammassati come schiavi sulle navi dei negrieri in viaggio dall’Africa all’America. Questo, quando va bene, altrimenti il viaggio ricorda quello di certi manzi e di certi vitelli quando è l’ora di fare un giro al mattatoio. Fuor di metafora e di polemica, questa è la realtà. Viaggi subumani, privi di ogni confort: l’aria ventilata (questo c’è) a volte torrida a volte polare, mai una via di mezzo; il fumo del motore diesel che rientra nei vagoni; le carrozze rumorosissime, i tendaggi d’infima foggia, i bagni da sala autoptica e poi, per finire, la beffa che, come da tradizione, va ad aggiungersi al danno: la prima classe. Esatto: questi treni hanno anche la prima classe che nessuno ha mai capito in cosa consista. Ecco, se nei treni normali la prima classe la riconosci per una specie di canovaccio bianco appoggiato al sedile, qui, sul trenino che viaggia da Campobasso a Roma e ritorno non c’è nemmeno quello. C’è scritto solo “prima classe” e sol per questo bisogna credergli.

La questione Trenitalia è vecchia e qui non c’entra né chi ha governato il Molise né chi si accinge a farlo. Chiunque sarà a prendere le redini della Regione, dovrà fare immediatamente i conti con Trenitalia: questo stato di cose è diventato intollerabile, ripetendosi oramai i disservizi a cadenza regolare. Stupisce, in questo surreale contesto, come ieri nessuno abbia previsto (e quindi provveduto) un massiccio carico di passeggeri dovuto alle elezioni. Eppure anche un bambino lo avrebbe capito che la giornata sarebbe stata di quelle impegnative per il sistema dei trasporti in generale e per quello ferroviario in particolare. In Molise, invece, devono aver pensato che la coincidenza elettorale non avrebbe mosso un passeggero in più o che, meglio!, ne avrebbe portati in meno avanti e dietro per il Molise. Sbagliato! Niente di più sbagliato. La gente si è mossa e tanta e se la misura della civiltà (una delle tante) è anche quella di garantire le condizioni migliori per l’esercizio del voto, bene, se così fosse, non ci stupiremmo di trovare il Molise in fondo alla classifica. E poi c’è la questione sicurezza: ma siamo certi che un treno carico all’inverosimile possa circolare in questa condizione? Un tempo si chiamavano Ferrovie dello Stato ma oggi, almeno per il Molise e per quello che abbiamo visto, la dicitura è una sola: Ferrovie dello Strazio,

 

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