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giovedì, Maggio 2, 2024

Licenziamento colf, da gennaio si paga un contributo ad hoc

Diritto e fiscoLicenziamento colf, da gennaio si paga un contributo ad hoc

Con l’entrata in vigore dell’Aspi, dal 1° gennaio, è scattato anche un nuovo obbligo contributivo per i datori di lavoro che intendono interrompere il rapporto con i propri dipendenti. Si tratta di un nuovo contributo per il licenziamento dovuto all’Inps. L’obbligo riguarda anche i datori di lavoro domestico. Licenziare la colf o la badante, quindi, diventa più costoso.

Le nuove regole – In caso di interruzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per causa diversa dalle dimissioni, dunque, il datore di lavoro è tenuto a pagare un ulteriore contributo destinato al finanziamento dell’Aspi. La somma da versare è pari a 483,80 euro per ogni dodici mesi di anzianità, a prescindere dal numero di ore lavorate. Il contributo è dovuto per un massimo di tre anni, quindi con un tetto di 1.451,40 euro

 

I casi esclusi – Il contributo di licenziamento, da versare all’Inps, si paga qualunque sia la motivazione del licenziamento, anche se questo avviene per giusta causa. Non è dovuto alcun contributo solo in caso di dimissioni volontarie e licenziamenti effettuati in conseguenza di cambi di appalto, ai quali siano succedute assunzioni presso altri datori di lavoro, in applicazione di clausole sociali che garantiscano la continuità occupazionale prevista dai contratti nazionali, o interruzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, nel settore delle costruzioni edili, per completamento delle attività e chiusura del cantiere.

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