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giovedì, Aprile 25, 2024

Isernia, le spine della Filippi

QDIsernia, le spine della Filippi

Ancora non era arrivata a Palazzo San Francesco e già Vincenza Filippi sapeva quello che l’aspettava. Le era stato tutto riferito dal prefetto. Si tratta di due emergenze che nessuno, fino ad oggi, ha potuto affrontare e risolvere.
C’è la questione del rinnovo degli appalti, o concessioni comunali, per la raccolta dei rifiuti e la gestione dell’esattoria di Palazzo San Francesco, e c’è l’irrisolta vertenza delle posizioni del personale.
Due autentiche mine inesplose che l’ex commissario, Tino Vardè, aveva cominciato ad esaminare, lasciandole poi irrisolte alla gestione De Vivo che, come si sa, è durata neanche lo spazio di un mese.
Gli appalti dei due maggiori servizi esternalizzati, quello dei rifiuti e quello dell’esattoria, furono avviati dall’ex amministrazione Melogli, ma fino ad oggi ancora non vanno in porto per il continuo passaggio di consegne a Palazzo San Francesco.
Sono servizi molto importanti e anche molto appetiti per la loro consistenza economica. Per i rifiuti, l’ex assessore Rosetta Iorio decise di lasciare ancora all’esterno la gestione ma potenziando finalmente anche a Isernia la raccolta differenziata, che ancora oggi vede il capoluogo pentro in coda alle classifiche nazionali.
Per l’esattoria municipale discorso ancora più spinoso. Perchè c’è chi chiede il riassorbimento del servizio da parte degli uffici del Comune e chi, invece, continua ad auspicarne l’esternalizzazione.
Insomma due questioni non da poco. Ad esse va sommata la vertenza del personale, per quel che riguarda le posizioni organizzative azzerate da Tino Vardè.
I sindacati chiedono il ripristino degli incarichi e la rivisitazione delle indennità e degli incentivi.
In conclusione, Vincenza Filippi dovrà dare fondo a tutte le sue doti organizzative e diplomatiche per rimettere in moto una macchina-comune che vive in stato di coma da circa otto mesi, senza una guida, ma, soprattutto, senza un programma di lungo respiro.
L’unica decisione che è andata in porto, sulla pelle degli isernini, è stata quella dell’aumento alle aliquote massime di Imu. Irpef comunale e Tarsu. Ad opera non di Ugo De Vivo, è bene chiarirlo, ma dell’ex commissario Tino Vardè.

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