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sabato, Maggio 4, 2024

Opposizione geneticamente modificata. L’Idv vota con la maggioranza lo Statuto, gli altri si squagliano

AperturaOpposizione geneticamente modificata. L’Idv vota con la maggioranza lo Statuto, gli altri si squagliano

di PASQUALE DI BELLO

Solo con i tre voti decisivi dell’Italia dei valori, passa in aula il nuovo Statuto. Il numero dei consiglieri, grazie alla nuova carta, viene definitivamente ridotto da trenta a venti. Tuttavia l’opposizione perde una buona occasione per mettere in difficoltà una maggioranza sguarnita e ormai in libera uscita. Ancora una volta dal risultato dell’aula emerge un quadro frammentato della minoranza consiliare

Se fossero una semenza, un frutto o un vegetale qualsiasi, di certo sarebbe di una specie geneticamente modificata. Di chi parliamo? Della gloriosa opposizione in Consiglio regionale, quella che si candida a sostituire Michele Iorio e che alla fine, se continua così, ce lo farà rimpiangere.

Dopo un anno e rotti passato a rompersi tra loro, a pestarsi i piedi e a dare uno spettacolo, anzi un avanspettacolo degno di un condominio rissoso, l’opposizione (o quello che così si fa chiamare) l’apoteosi l’ha raggiunta ieri allorquando si è trovata a votare in seconda battuta lo Statuto regionale. Questo l’esito: favorevoli i tre dell’Idv (Di Pietro, Parpiglia e Tedeschi); astenuti quelli del Pd (Leva, Scarabeo e Petraroia) insieme a Romano (Costruire democrazia), Monaco (Sel) e Di Donato (Alternativa); contrari, Chierchia (Socialisti) e Ciocca (Federazione della sinistra). Per parte sua, la maggioranza ha votato compatta: tredici presenti, tredici voti. Peccato che fossero insufficienti, essendo necessario averne sedici per approvare lo Statuto regionale.

Se proviamo ad analizzare l’esito della votazione al netto delle filastrocche istituzionali, puntando invece sul dato politico, l’immagine che ne traspare in filigrana ci mostra una maggioranza insufficiente e un’opposizione sprovveduta. Dalle parti di Iorio, conti alla mano, mancano cinque persone. Dalle parte degli orfani di Frattura, ci sono tutti (manca, giustificato, Francesco Totaro che è convalescente). E’ quindi evidente come la minoranza, complessivamente intesa, abbia perso un’ottima occasione politica per dare una spallata a Iorio e mostrarne tutta la fragilità in Consiglio regionale. Bastava che i tre dell’Idv non lo avessero votato e lo Statuto si sarebbe trasformato il classico granello di sabbia nel serbatoio, capace di inceppare e bloccare l’autovettura della maggioranza. Così non è stato e lo Statuto, di riffa o di raffa, alla fine è passato. Si dirà, come l’Idv ha detto, che grazie a questo voto è possibile ridurre da trenta a venti il numero dei consiglieri regionali, ma è una baggianata. Il vecchio Statuto faceva riferimento alla legge nazionale, senza prescrizioni numeriche dirette, e pertanto essendo stata fissata per legge la riduzione delle assemblee elettive, il Molise giocoforza sarebbe stato costretto ad adeguarsi. Con o senza Statuto, i consiglieri sempre venti sarebbero stati.

Dare la spallata a Iorio sarebbe stato non solo un gesto politicamente forte (il messaggio sarebbe stato quello di una maggioranza che non è autosufficiente) ma, in vista delle prossime elezioni regionali, anche un atto politicamente redditizio. Non è però andata così, e ancora una vota ha avuto buon gioco la maggioranza che adesso, a gran voce, potrà sbandierare in campagna elettorale l’approvazione della carta fondamentale del Molise. E chi può, adesso provi a dimostrare il contrario.

 

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