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mercoledì, Maggio 1, 2024

Anche a Larino gli studenti sono scesi in piazza

EvidenzaAnche a Larino gli studenti sono scesi in piazza

“Siamo già arrabbiati”, questo lo slogan che ha accompagnato la manifestazione degli studenti medi di Larino. Trecento manifestanti circa, dei tre istituti superiori della città frentana, hanno manifestato il loro disappunto contro i tagli del Governo Monti, tagli che secondo gli studenti mettono in discussione il diritto fondamentale allo studio e all’instruzione. “Noi frequentiamo il Liceo Classico – ci dice un gruppo di ragazzi – non abbiamo nemmeno una scuola degna di questo nome, facciamo lezione nei locali del vecchio ospedale, tra camere mortuarie e reparti ospedalieri, sono ormai dieci anni, da quando il terremoto ha reso inagibile il vecchio istituto, che ci hanno parcheggiato qui, e mentre noi viviamo disagi impensabili, la Provincia e il Comune non si mettono d’accordo sul come e quando ricostruiranno una scuola degna di questo nome”. Già, e i tagli dei finanziamenti agli enti locali sulle scuole pubbliche di certo non aiutano a risolvere questi problemi, problemi quotidiani che vivono le migliaia di ragazze e ragazzi che ogni giorno frequentano le scuole molisane. “Noi siamo già arrabbiati – dice uno degli animatori della manifestazione – perchè ormai non c’è più nessuna motivazione per andare a scuola, tanto sai che se chiedi una cosa, fosse pure solo un computer, il dirigente ti dice che non ci sono soldi, e come noi anche gli insegnanti, ormai hanno pochissimi stimoli, le fotocopie spesso le fanno a loro spese, insomma, in questo modo rischiamo il tracollo della scuola pubblica”. Alla faccia di chi sostiene che spesso e volentieri gli studenti fanno sciopero per non andare a scuola e basta, le richieste sono perentorie e si rifanno a quelle nazionali, maggiori finanziamenti alle scuole pubbliche, e soprattutto, rispetto del diritto allo studio, sancito dalla Costituzione, e che nei fatti, in questi anni, è stato radicalmente stravolto. Non solo, la preoccupazione degli studenti di oggi è quella di diventare dei disoccupati domani, se la Politica non inverte la rotta ed inizia a programmare in maniera seria sia la formazione che il lavoro per il futuro delle giovani generazioni. “Noi non siamo schizzinosi, come vorrebbe far credere qualche Ministro che guadagna migliaia di euro al mese – dice una ragazza del Liceo – noi vogliamo avere almeno la possibilità di poter fare quello per cui studiamo”.

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