
Il “Giornale del Molise” si presenta ai lettori con una veste rinnovata nei contenuti, nello stile dell’informazione, nella squadra. Quello che viene presentato ai lettori è un giornale che tiene insieme il profilo del quotidiano e quello del settimanale, un ibrido che offre ai lettori l’informazione in tempo reale, insieme a idee, approfondimenti, inchieste, opinioni e una serie di rubriche con uno sguardo particolarmente attento al mondo della cultura.
Immaginiamo le facce stralunate degli ultras del politicamente corretto. Vedere accostati i nomi di Manuela Petescia e Pasquale Di Bello sa di eresia, un dialogo al limite dell’impossibile come lo sarebbe una conversazione tra Galileo e l’Inquisizione, un fatto lunare. Invece è successo e da questa mattina, insieme a quella di Manuela Petescia, c’è anche la firma di Pasquale Di Bello sotto questo giornale. Un “Giornale” nuovo: rinnovato nella veste, nella struttura, nella filosofia editoriale. Qualcuno arriccerà il naso, qualcun altro storcerà la bocca, altri aggrotteranno la fronte e qualcuno solleverà il ciglio. Pazienza, ce ne faremo e, soprattutto, se ne faranno una ragione. La ripartenza del “Giornale” coincide con una sfida allo stato presente dell’informazione, con una scommessa che punta a tenere insieme intelligenze, caratteri, stili, punti di vista e professionalità diverse tra loro ma, per questo stesso, complementari. Le forze, il talento e le capacità, messi insieme non si sommano ma si moltiplicano e questo, nell’asfittico mondo della notizia, contribuisce a costruire un sistema dell’informazione più autorevole, completo, plurale. Utile a tutti, compreso a chi governa oggi e a chi lo farà domani. “L’informazione prima di tutto”, come scrive bene Manuela Petescia nel suo editoriale. Chi quindi cercherà qui tifoserie e casacche resterà deluso. Oggi finisce una stagione, quella degli “opposti estremismi”, come potremmo dire mutuando un’espressione degli anni ’70; oggi, simbolicamente, si chiude una stagione di contrapposizioni frontali che hanno attraversato l’informazione molisana degli ultimi dieci anni. Ciò, tuttavia, non significa che non continueremo a turarci il naso come abbiamo fatto in passato, tante sono le cose che non ci piacciono e continueranno a non piacerci di questo Molise che si fregia del titolo di Regione e spesso lo degrada al rango di condominio dove hanno sempre la meglio furbastri, i ragionier Casoria per dirla alla Totò.
Ci presentiamo ognuno con la propria storia e ciascuno con la memoria di quello che è stato, consapevoli che nessuno di noi, da oggi, sarà professionalmente più quello che è stato prima. Resta fuori dalla porta il torcicollo di chi pensa di andare avanti guardando all’indietro e il passato, senza rimpianti né abiure, è semplicemente consegnato all’archivio. Da oggi, chiusa una stagione, se ne apre un’altra e la linea di demarcazione, il confine, la dogana tra un mondo e l’altro è tra coloro che intendono lasciare l’informazione molisana così com’è e chi invece è convinto – e noi lo siamo – che possa andare oltre lo stato attuale e fare un passo in avanti. L’innesto che oggi si compie nella struttura di Telemolise – la prima azienda editoriale del Molise per palinsesto, professionalità, tecnologia, innovazione e numero di addetti – è il viatico verso una rapida evoluzione del sistema informativo regionale, se non una vera e propria palingenesi; una trasformazione che coinvolge anche altre professionalità. E’ il caso di Michele Mignogna, uno abituato a raccontare storie urticanti, un giornalista a cui un giorno hanno regalato la testa mozzata di un capretto come anticipo alla mozzatura della sua che però ancora c’è, attaccata al collo e in funzione.
Trasformare il mondo dei media in Molise non sarà impresa facile. C’è molto da lavorare e nessuno, né gli operatori (editori e giornalisti) né gli organismi professionali (Ordine dei giornalisti, Assostampa) né l’amministrazione (Regione) né la politica (partiti e movimenti), potrà chiamarsi fuori. A partire da quello che dovrà essere il primo passo che tutti saranno chiamati a compiere, indipendentemente che si voti o no, indipendentemente da chi governi o faccia opposizione. Occorre, a stretto giro di posta, una seria e rigorosa legge regionale sull’editoria, un provvedimento normativo che regolamenti e sostenga l’intero comparto, attraverso criteri orientati al merito e alla progettualità, al rigore dei bilanci e all’inquadramento delle professionalità.
Oggi quindi cominciamo e presentiamo ai lettori il prodotto del nostro lavoro. Un giornale che è un ibrido, un crossover tra un quotidiano e un magazine, un contenitore all’interno del quale si tengono insieme notizie, fatti, idee, commenti e opinioni legati all’attualità e alla cronaca, accompagnati da una serie di approfondimenti e rubriche tipiche del settimanale. Molto spazio sarà dedicato alla politica, all’inchiesta, alla cultura, al benessere, nell’ottica di un giornale tematico, alto e “altro” nella selezione degli argomenti, nel linguaggio, nella grafica, nella interazione con gli altri media e, in particolare, con i social network. Un giornale che è un ibrido e un crossover anche nel superamento di uno schema provinciale che propone le notizie secondo un criterio geografico tanto assurdo quanto obsoleto. Anche in questo il “Giornale” sarà un giornale diverso. Le finestre aperte quotidianamente sull’Italia e sul mondo e l’intero giornale, complessivamente aperto all’esterno, sono un’innovazione nel palinsesto dell’informazione locale, uno spazio che offre al lettore una possibilità: quella di trovare in un solo contenitore sia le notizie provenienti dal territorio sia i temi caldi dell’attualità così come trattati dalla stampa nazionale e internazionale
Questo sarà il “Giornale del Molise”, un organo di informazione, formazione e cultura. Un giornale partigiano nel senso più fazioso del termine, un segno dei tempi che cambiano. In Italia e in Molise si sta alzando un vento nuovo e un tempo nuovo è in arrivo. Noi ci saremo e staremo da una sola parte, quella del lettore, che è la sola parte che ci siamo dati. Dalla parte del lettore, l’unico chiamato a giudicarci, per la strada che ci aspetta davanti e per quella che oggi ci lasciamo alle spalle.