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martedì, Marzo 19, 2024

Morte per malasanità, vanno individuati i responsabili. Sulla vicenda interviene il ministro della Salute Grillo

AperturaMorte per malasanità, vanno individuati i responsabili. Sulla vicenda interviene il ministro della Salute Grillo

di GIOVANNI MINICOZZI

La malasanità del Molise finisce nel mirino del ministro della Salute Giulia Grillo. Dopo la tragica morte del larinese di 47 anni, colpito da emorragia cerebrale e trasportato all’ospedale di San Giovanni Rotondo e inseguito ad inutili perdite di tempo, il ministro ha annunciato l’invio di una task force, coadiuvata dai Nas che resterà in Molise il tempo necessario ad acquisire documenti, atti e ogni elemento utile a fare completa chiarezza sull’accaduto.

Occorre accertare le inefficienze organizzative, le eventuali responsabilità personali ma anche gli eventuali errori causati da cattiva programmazione della politica regionale”, ha dichiarato Giulia Grillo.

Dunque un’altra persona deceduta nel Molise per malasanità. A soli 47 anni un uomo di Larino, colpito da emoragia cerebrale ha perso la vita per inefficienza del sistema sanitario e per mancanza di strutture adeguate. Con il rispetto dovuto ai familiari si rende necessario analizzare i fatti al fine di individuare eventuali responsabilità e soprattutto per evitare che simili tragiche vicende si ripetano.

Questi i fatti: il giovane padre di famiglia che godeva di ottima salute, all’improvviso ha accusato un forte mal di testa di intensità crescente. Chiamato il 118, è stato trasportato al San Timoteo di Termoli dove però la Tac era in manutenzione programmata. Prima assurdità: come mai il 118 non era a conoscenza del mancato funzionamento della Tac al San Timoteo?

Per altro, secondo quanto dichiarato dal presidente Toma, il servizio del 118 sarebbe stato potenziato proprio per sopperire alla chiusura dei punti di primo intervento di Larino e Venafro. Evidentemente ciò non risulta ancora realizzato.

Dopo l’inutile sosta a Termoli, il paziente è stato trasportato all’ospedale di San Giovanni Rotondo, con ambulanza e non con un mezzo rapido, come l’elisoccorso, dove è finito in morte cerebrale durante l’intervento chirurgico.

La seconda assurdità: come mai non è stato utilizzato un elicottero per trasportare il giovane da Termoli a San Giovanni Rotondo? Considerata anche la giovane età del paziente di certo si sarebbe salvato se fossero stati ridotti i tempi di trasferimento. C’è da sottolineare, inoltre, che anche in presenza di una Tac funzionante al San Timoteo nulla si poteva fare per salvare la vita umana causa mancanza di personale specializzato e di adeguate attrezzature in quel nosocomio.

Diversamente, se il decreto Balduzzi, mai contestato dalla Regione nelle sedi opportune, e se il successivo piano operativo targato Frattura, approvato con legge dello Stato, avessero previsto il mantenimento del reparto di Neurochirurgia almeno al Cardarelli di Campobasso, oggi quell’uomo, forse, sarebbe ancora in vita.

Terzo paradosso: dopo la chiusura dei punti di primo intervento di Venafro e Larino, al di là dei proclami, perché non è stato attivato contestualmente né il potenziamento del 118, né la medicina sul territorio e nessuno parla di un servizio rapido per trasportare pazienti colpiti da patologie tempo dipendenti come la realizzazione di un elisoccorso? Insomma, il Molise come il Burundi, se non peggio.

Sarebbe opportuno, come chiesto a gran voce anche dai familiari del giovane, che la Procura della Repubblica di Larino verificasse l’operato di Renato Balduzzi il quale, con l’omonimo decreto, di fatto ha negato il diritto alla salute dei molisani, del commisario ad acta Paolo Frattura che lo ha applicato pedissequamente e supinamente e del direttore generale dell’Asrem Gennaro Sosto.

All’attuale governatore Toma, invece, chiediamo di riaprire il reparto di Neurochirurgia al Cardarelli, come aveva promesso in campagna elettorale e nel frattempo di potenziare il 118, la rete delle emergenze, la medicina sul territorio e di attivare il servizio di elisoccorso per evitare la perdita di altre vite umane causata dalla disorganizzazione e dall’inefficienza del servizio sanitario regionale. A questo punto, dalle ipotesi del passato si cominciano a contare i casi drammatici di cronaca nera. Dunque nessuno può chiudere gli occhi e fare finta di niente.

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