L’acqua è un bene che non può essere privatizzato, da cui non si possono ottenere profitti, utili, dividendi, o remunerazioni di capitali investiti. E’ un punto fermo, questo, e un appello alle forze politiche in consiglio regionale quello messo nero su bianco da chi, sul tema acqua e sua gestione, sull’Egam, non molla di un centimetro.
Sono i sindaci di 33 comuni, di entrambe le province, da Agnone a Bojano, passando per Venafro fino a Provvidenti e Macchia Valfortore, e con loro Cgil e Uil, associazioni, movimenti, partiti, comitati e Forum. Chiedono che la nuova legge regionale sulle risorse idriche, la proposta in consiglio il 31, debba soddisfare fino in fondo quanto ribadito nel referendum del 2011. Ribadiscono con forza la necessità che le rappresentanze politiche regionali tutte condividano la tutela della proprietà pubblica delle sorgenti e la salvaguardia della gestione pubblica del servizio idrico integrato con affidamento diretto e senza gara a una società in house tutta pubblica, coinvolgendo comuni e Molise Acque.
“La riforma di quest’ultima, azienda speciale, è opportuno rinviarla – sostengono i firmatari dell’appello – ci potrebbero essere incognite a inficiare la costituzione di un soggetto a totale gestione pubblica. Vanno evitate duplicazioni con costi in più che ricadrebbero sui cittadini. Debiti pregressi – continuano – inefficienze o reti idriche vecchie, non possono trasformarsi in un aumento automatico delle tariffe.
Per l’interesse pubblico e per garantire, oggi e in futuro, l’universalità del diritto all’acqua, la rete di sindaci, sindacati, partiti associazioni e movimenti annuncia la presenza, venerdì, davanti al Consiglio Regionale, quando la proposta di legge sulle risorse idriche molisane sarà di nuovo in discussione, con l’auspicio che si arrivi a un provvedimento chiaro e inequivocabile
Si può aderire all’appello pubblico, fanno sapere, inviando una mail a acquapubblica@cgilmolise.it
