di ANNA MARIA DI MATTEO
La scuola non ha bisogno di autoritarismo, semmai di autorevolezza, perché è il nucleo di formazione sociale più importante dopo la famiglia. Per questa ragione il disegno di legge elaborato dal governo Renzi va rivisto, va modificato in alcune delle sue parti. E la conferma della non condivisione arriva dallo sciopero nazionale che ha registrato un’adesione da record, pari al 90%.
Lo ha detto, a chiare lettere, il senatore del Pd, Roberto Ruta, che ha presentato una serie di emendamenti al testo.
Ed ha convocato i giornalisti per illustrarli e per chiarire che nel disegno di legge La buona scuola non tutto è sbagliato. «Ci sono cose buone, come l’assunzione dei 100mila insegnanti – ha spiegato – ma altre che vanno assolutamente cambiate».
Tra gli emendamenti presentati dal deputato molisano, c’è quello che prevede l’istruzione obbligatoria per almeno dodici anni, a partire dall’anno scolastico 2016-2017.
E poi, altro punto contestatissimo della riforma, è la figura del dirigente scolastico.
Un vero e proprio manager al quale viene attribuito il potere decisionale sulla scelta dei docenti e sulle premialità da assegnare loro. Anche su questo punto, Ruta ha presentato alcuni emendamenti che stabiliscono i criteri di merito degli insegnanti, con l’istituzione del comitato per la loro valutazione, composto da due docenti, eletti dal collegio dei docenti, da due rappresentanti dei genitori e altrettanti degli studenti. Le indicazioni fornite dal comitato saranno vincolanti.
Altro punto centrale della riforma, sul quale Ruta ha espresso un giudizio positivo è il piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato, che prevede 100mila immissioni in ruolo. «Il problema è che restano fuori 50mila insegnanti», ha ricordato il deputato che ha presentato un un emendamento che prevede l’inserimento delle assunzioni a tempo indeterminato in un piano pluriennale, in maniera da consentire la stabilizzazione, graduale, anche dei 50mila insegnanti che per il momento restano fuori a causa di quella che Ruta ha definito una discriminazione e che in questo modo sarebbe meno insopportabile.
Intanto la competente Commissione del Senato ha avviato le audizioni con le associazioni, mercoledì è prevista la discussione e la votazione.
«In serata ci sarà la riunione del Gruppo Pd. In base a quello che verrà fuori da quell’incontro – ha spiegato Ruta – decideremo il da farsi. Perché una cosa è certa: se il disegno di legge non sarà modificato, non saremo d’accordo e solleveremo la questione in maniera forte e decisa», ha chiuso il senatore.