Potenziare i Pronto Soccorso, così come tutte le Unità Operative dei Presidi Ospedalieri, non è solo un obiettivo di qualsiasi Azienda Sanitaria del Paese, ma per l’ASReM è una vera e propria priorità. Così a Termoli, località turistica dove d’estate la popolazione triplica.
Sono, infatti, innumerevoli i bandi e gli avvisi emanati per reperire principalmente personale medico da impiegare nella sanità regionale, e peculiarmente nei reparti emergenziali, cosa spesso difficile per la nota carenza di medici in tutto il Paese.
Ed è partendo da questo presupposto che è doveroso, ancora una volta, avanzare delle precisazioni a fronte di articoli giornalistici che spesso ledono l’immagine della stessa ASReM piuttosto che esaltarne le fatiche immani volte a riprogrammare, riorganizzare e potenziare le attività clinico-assistenziali dei presidi, come accaduto per il nosocomio termolese, che oggi rappresenta, per specifiche patologie, un punto di riferimento non solo per il Molise ma anche per le regioni confinanti. Basti pensare alla Cardiologia, divenuta una Struttura Complessa, o al rilancio dell’Ostetricia e Ginecologia.
Quanto, invece, ai professionisti impegnati in una ‘mattina estiva’ al San Timoteo di Termoli, il Direttore Sanitario dell’ospedale bassomolisano, Pierpaolo Oriente, chiarisce che “nonostante la necessità di garantire le ferie estive al personale medico infermieristi, al Pronto Soccorso, si garantisce un idoneo numero di professionisti per affrontare le emergenze-urgenze, addirittura con incremento dello stesso, come attestato da molteplici disposizioni della Direzione Medica di presidio. In particolare, nel turno mattiniero della giornata di ieri, 13 agosto, erano presenti 6 infermieri, compreso il coordinatore e di cui uno dedicato al triage, e 4 dirigenti medici. Dunque, una giusta dotazione organica! Operatori che tengono conto delle priorità attribuite attraverso specifico codice colore assegnato all’atto della prima valutazione del paziente, certamente e organizzativamente non sostituibili da ‘bigliettini con i numeri’ come se fossero attività ambulatoriali. Ricordando che oltre il 50% degli accessi al PS è spesso improprio, che quindi, frequentemente, lo si confonde con un ambulatorio per eseguire prestazioni non urgenti e comunque con una modalità che spesso evita anche il pagamento del ticket. e che sicuramente l’affluenza di chi necessità di assistenza è raddoppiata, l’ASReM tutta da risposte concrete al territorio, con grandi sacrifici, non lasciando reparti ‘scoperti’ e continuando ad assicurare certezza e sicurezza delle cure”