Un paziente molisano su dieci, lo scorso anno, è stato costretto a rinunciare alle cure.
E’ il dato che emerge dal rapporto Benessere equo e sostenibile, pubblicato dall’Istat, che restituisce una fotografia in larga parte uniforme nelle varie zone dell’Italia.
Le persone che hanno rinunciato alle visite mediche o agli accertamenti diagnostici, lo hanno fatto soprattutto a causa di problemi economici.
Il dato è in crescita, rispetto al 2022, quando a rinunciare alle cure era stato il 6 per cento della popolazione. Su scala nazionale, nel 2023, ha dovuto fare fare a meno di visite e analisi il 7,6 per cento dell’intera popolazione. Anche questo dato in aumento rispetto all’anno precedente. E l’istituto nazionale di statistica conferma che la fotografia del Molise riflette quanto accaduto in Italia.
Le difficoltà, oltre che di natura economica, sono anche legate alle caratteristiche dell’offerta: liste d’attesa troppo lunghe oppure problemi per raggiungere i luoghi dove i servizi vengono erogati.
Secondo l’analisi effettuata dall’Istat, l’aumento delle persone costrette a rinunciare alle cure mediche può essere attribuito agli effetti diretti e indiretti dello shock pandemico. Molte prestazioni rimaste in attesa e rinviate per il Covid, il cui recupero si è scontrato con le difficoltà a riorganizzare in modo efficace l’assistenza sanitaria, tenuto conto dei vincoli a coprire l’aumento della domanda di prestazioni con un adeguato numero di risorse professionali. A questo, concludono nel rapporto Benessere, la spinta inflazionistica della congiuntura economica che ha peggiorato la facoltà di accesso ai servizi sanitari.
Restano ancora da sciogliere due grandi nodi: la disparità nord sud e la facilità di accesso ai servizi a pagamento rispetto alla sanità pubblica.