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venerdì, Marzo 29, 2024

Le bugie hanno le gambe corte e la faccia di Frattura. A Bari assolti Petescia e Papa

AperturaLe bugie hanno le gambe corte e la faccia di Frattura. A Bari assolti Petescia e Papa

di PASQUALE DI BELLO

Al termine di un lungo calvario giudiziario, sono stati assolti con formula piena, perché il fatto non sussiste, il direttore di Telemolise, Manuela Petescia, e il magistrato Fabio Papa (difesi dagli avvocati Arturo Messere ed Ermino Roberto). Il Tribunale di Bari ha ritenuto quindi del tutto inesistente l’accusa formulata dal presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, di un presunto ricatto ordito ai propri danni. Il fatto – legato strumentalmente alla vicenda Biocom e alla presunta richiesta di finanziamenti a favore dell’emittente televisiva – secondo la fantasiosa ricostruzione di Frattura si sarebbe consumato in occasione di una cena presso l’abitazione del magistrato, alla quale avrebbe partecipato anche l’avvocato Salvatore Di Pardo. A dire che tutto ciò non corrisponde al vero adesso è la sentenza di un giudice che spiana la strada ad un nuovo procedimento, questa volta a carico di Frattura e, verosimilmente, dello stesso Di Pardo che ha confermato le tesi del presidente della Regione. Accusare qualcuno che si sa innocente di uno specifico reato, per lingua italiana, e per il codice penale, è calunnia. Ma ad accertare questo, ovvero se i molisani hanno o meno per presidente un calunniatore, saranno altri giudici in un altro procedimento. Ciò che oggi è chiaro sono due cose: la insussistenza del fatto e l’insussistenza della ricostruzione accusatoria fatta dal pubblico ministero Drago. Non c’è stata nessuna cena e non c’è stato nessun ricatto.

Adesso, però, bisogna girare pagina e il primo a farlo dovrebbe essere lo stesso Frattura rassegnando seduta stante le proprie dimissioni. E il motivo è molto semplice: i molisani per sapere se hanno per presidente un calunniatore dovranno aspettare un altro e lungo processo; per sapere invece che hanno per presidente un bugiardo basta la sentenza di oggi.

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