La tragica morte della giovane ivoriana ospitata nel centro di accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, ha di nuovo acceso i riflettori su quello che sta accadendo nella nostra regione, con diversi e brutti segnali che arrivano da ogni parte del Molise. La giovane ragazza di colore era malata da giorni e viveva in una struttura precaria e senza riscaldamento. Condizioni inumane, tanto che, dopo la tragica fine della donna, è anche scoppiata una rivolta dei migranti ospitati a Cona. Si tratta di cronaca nazionale, ma tragicamente attuale in Molise, la regione italiana dove, in percentuale, sono ospitati più migranti. Una bomba pronta ad esplodere, se si lascia spazio a speculatori e approfittatori di ogni genere che si stanno buttando sul business dei profughi, convinti di fare soldi in poco tempo e senza alcun rischio. La sorveglianza nella nostra regione e in particolare in provincia di Campobasso sembra funzionare e lo dimostrano le chiusure di centri non adeguati a Termoli, Vinchiaturo e Campobasso. Ora anche la politica comincia a rendersene conto, diversi i sindaci che si stanno mobilitando, chiedendo ai due prefetti di limitare i nuovi arrivi, e tante anche le voci fuori dal coro del buonismo a tutti i costi, come Filoteo Di Sandro, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia che ha detto basta a questi arrivi senza limiti di migranti in Molise. Quando il numero dei profughi sale senza controllo, è chiaro che vanno a finire in strutture provvisorie e non adeguate, al freddo e magari in dieci in una stanza. Dal comune di Isernia è partita la richiesta di controllo sanitario dei centri d’accoglienza, ma si ignora se l’Asrem li stia effettuando. Ed è proprio di Isernia una cooperativa che ha già subito la chiusura di tre centri, due in provincia di Campobasso e uno in provincia di Frosinone. Insomma gli speculatori non si fermano, ma almeno è il caso di controllarli.
Migranti, Molise terra di nessuno
