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martedì, Aprile 16, 2024

Isernia. Chiusura punto nascita, il sindaco D’Apollonio: inconcepibile, pronti alle barricate

AttualitàIsernia. Chiusura punto nascita, il sindaco D'Apollonio: inconcepibile, pronti alle barricate

giacomo-dapollonio-37f0In relazione alle notizie apparse oggi sulla stampa e riguardanti la disattivazione del punto nascite dell’ospedale “Veneziale” di Isernia, si registra la ferma posizione del sindaco Giacomo d’Apollonio e dell’intera amministrazione comunale. «È inconcepibile che una città capoluogo come Isernia – ha affermato il sindaco – debba essere privata d’un servizio fondamentale come quello delle nascite. La chiusura del reparto non è imminente, giacché è stata programmata per il la fine del 2017, ma vanno immediatamente poste in essere tutte le possibili azioni di difesa. Ho già convocato, per l’inizio della prossima settimana, una giunta urgente – ha continuato d’Apollonio – durante la quale prenderemo una posizione ufficiale contro la soppressione, da scongiurare assolutamente. Chiederemo al Commissario Frattura e ai vertici dell’Asrem una deroga rispetto agli standard attuali che ci penalizzano oltre ogni logica di ordine sanitario e sociale. Faremo leva anche sulle possibilità di deroga concesse da uno specifico Decreto Ministeriale, che potrebbe tutelarci dal punto di vista normativo, senza tralasciare la necessità di adeguata dotazione di personale medico specializzato e la questione del limite numerico, collegato alla soglia dei 500 parti annui. Un aspetto delicato, inoltre, è quello dello Sten (Servizio di trasporto di emergenza neonatale). Ho assunto informazioni e ritengo che, nel caso Campobasso non possa assicurare il servizio collaborando col nosocomio isernino, l’alternativa potrebbe essere una convenzione da stipulare con un altro ospedale vicino, come ad esempio quello di Benevento». «Una cosa è certa – ha concluso il sindaco, con tono perentorio – Isernia non rimarrà inerte in attesa dell’ennesima spoliazione di servizi e presidi vitali per la collettività, tanto più grave allorquando mina l’insopprimibile diritto alla salute e alla sicurezza dei cittadini».

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