Se non ci si limita a guardarlo in tv, il gioco del calcio dà grandi benefici: non solo perché si fa attività fisica, ma anche perché incide positivamente sulla sfera psichica di chi lo pratica. Di questo ne è convinto il dipartimento di salute mentale di Isernia, ispiratore e promotore di un incontro dal titolo significativo: “La testa nel pallone”, un’iniziativa che ha avuto per protagonisti i centri diurni e le comunità di riabilitazione psichica di Isernia, Agnone, Castelnuovo, Fornelli, Frosolone, Sant’Agapito e Vastogirardi. I risultati ci sono e rappresentano una valida alternativa alle cure tradizionali, ha detto il direttore del Dipartimento, Sergio Tartaglione. Questa attività sviluppa endorfine che danno una piacevole sensazione di benessere. E dunque può rappresentare un toccasana, come nel caso della depressione. Da questo di punto di vista l’Italia è all’avanguardia e sta diventando un modello anche per gli altri Paesi, ha detto Santo Rullo, presidente della Commissione Internazionale Calcio e Salute mentale. Dell’efficacia di questo progetto ne è convinto anche il Coni, che tra l’altro ha già avviato una serie di iniziative in Molise che riguardano sport e disabilità.
Isernia. “La testa nel pallone”, quando il gioco del calcio aiuta a sconfiggere i disturbi mentali
