di GIOVANNI DI TOTA
All’appello lanciato dai Verdi su change.org hanno già risposto in 50mila. Cinquantamila firme raccolte on line per dire no alle perforazioni nel mare Adriatico davanti alle Isole Tremiti e di fronte all’isola di Pantelleria, una delle perle del mare di Sicilia, nel Mediterraneo.
Il ministero della sviluppo ha concesso alla multinazionale Petrolceltic la possibilità di cercare petrolio in un’area di 373 chilometri quadrati di fronte alle Diomedee. Un’esplorazione che ha un lato teorico di 19 chilometri e che include, tra l’altro, l’utilizzo della tecnica ‘airgun’, cioè la possibilità di impiegare potenti esplosioni sottomarine per saggiare la geofisica.
Una follia vera e propria in una zona di mare di grande interesse naturalistico e meta di migliaia di turisti e di subacquei. Uno dei primi a correre in soccorso delle Isole Tremiti era stato Lucio Dalla, che a San Domino aveva il suo buen ritiro e proprio sull’isola, come lui stesso ha più volte raccontato, compose 4 marzo 1943.
Tra i primi firmatari della petizione di change.org ci sono anche Giobbe Covatta e Susy Blady e lo stesso leader dei verdi Angelo Bonelli.
Il movimento del sole che ride ha chiesto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano di istituire un’area marina protetta che comprenda le Tremiti.
L’eventuale revoca del decreto di ricerca sulle Tremiti sarebbe un bel gesto da parte del governo, ha dichiarato il governatore a margine del convegno Connettere l’Adriatico, che si è svolto a Pescara.
La manovra messa in campo da palazzo Chigi per evitare il referendum è stata architettata senza coinvolgere le regioni. Ora che si è capito che la clausola delle concessioni solo dopo 12 miglia rimette in discussione tutto l’ecosistema marino, è ripartita la mobilitazione per evitare che qualcuno, come aveva profetizzato Dalla, non uccida il nostro mare.
