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mercoledì, Aprile 17, 2024

Derby, striscione in difesa dell’ospedale Veneziale: “Vogliamo nascere e curarci a Isernia”

AttualitàDerby, striscione in difesa dell'ospedale Veneziale: "Vogliamo nascere e curarci a Isernia"

striscione stadio«Vogliamo nascere e curarci a Isernia. L’ospedale non si tocca». Questo il testo di uno striscione comparso allo stadio di Isernia durante il derby contro il Campobasso. Lo ha esposto Emilio Izzo, portavoce del Comitato Impeachment Popolare, per richiamare l’attenzione sull’ormai imminente ridimensionamento del Veneziale. Izzo parla di vero e proprio sterminio, da parte del presidente della regione Frattura, nei confronti del territorio isernino: «Così come il faraone egiziano ordinò di uccidere tutti i nati maschi per sterminare gli ebrei – si legge in una nota -, il faraone molisano, non riuscendo a zittire le voci libere in regione, soprattutto nell’area isernina, decise di abbatterne il luogo dove le lodevoli mamme si riunivano di notte per mettere al mondo i loro figli, nuova linfa per combattere lo strapotere e l’arroganza del dittatore di turno! Decise di servirsi della corte al suo servizio per studiare le strategie più subdole al fine di concepire un mostruoso progetto definito “Lo sterminio dei pentri”! In modo particolare, chiamò a sé una dirigente generale, fornita dell’attestato dell’antica e nobile professione di assistenza agli infermi (parificato alla laurea per non diminuirne il valore) e la cercò fuori dei confini del regno, in considerazione del fatto che, i vigliacchi predatori della sanità pubblica in Molise, avevano già dato o altro da fare! E così, per dare avvio alla fase seconda del suo stramaledetto progetto di sterminio totale, si servì dei più aristocratici militanti della fazione di maggioranza, chiamata PD, della quale la magnifica dirigente era fiera componente. Si scoprirà più tardi che, in considerazione delle pregevoli iniziative messe in atto in campo sanitario, il faraone promosse a direttrice generale di tutti i dissidi molisani proprio l’infermiera professionale venuta dalla confinante terra delle orripilanti spade del dio vento, che, ormai da tempo, avevano preso possesso anche del Molise. Ma come si esplicitava nei particolari il progetto di sterminio degli oppositori pentri? Bene, nulla di più semplice, banale, elementare, infantile che si potesse immaginare! Ecco, il faraone e la sua visir, senza sforzarsi troppo (ma anche facendolo non avrebbero saputo fare di meglio), decisero di recidere a dare alle fiamme il luogo dove, appunto, le donne pentre si erano ritrovate fino ad oggi per dare al mondo le loro creature e dove, alla bisogna, potevano curarsi in caso di sopraggiunte difficoltà, disegnando quella nuova mappa del regno, che maledice l’area pentra negandole una progenie! E così, senza sapere né leggere e né scrivere (come dicevano gli antichi che non sbagliavano mai!), questi due soggetti, fanno sparire i reparti di pediatria, ostetricia e ginecologia dell’ospedale Veneziale di Isernia, rendendo impossibile alle mamme far nascere i propri figli a Isernia, loro terra da sempre, castigandole a viaggi continui per la cura dei piccoli e per la propria salute e cancellando definitivamente il diritto alla cittadinanza, perché mai più taluno potesse scrivere sul proprio cartiglio “nato nella terra dei Pentri”! Ma il faraone molisano, che a differenza delle grandi opere realizzate dai faraoni d’Egitto, ha saputo solo emularne le porcherie, la parte più subdola e cattiva (metropolitana leggera a parte), non ha fatto i conti con i vecchi e i sopravvissuti i quali, con animo libero e indomito, hanno deciso di arrestare questo processo di sterminio e di ricacciare il tiranno verso i luoghi a lui più cari, magari nella terra della sua infermiera professionale dove magari avranno la possibilità di fare altri danni (ma se sono qui da noi, magari lì non la voleva nessuno!), Emiliano permettendo! Difesa ad oltranza dell’ospedale, dei suoi reparti e di tutta la Pentria! Ovviamente la difesa va fatta dell’intero Molise ma l’emergenza ci spinge ad occuparci della salute. A giorni – conclude Izzo – riunioni operative e strategie comuni!”.

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