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lunedì, Maggio 6, 2024

Gruppi regionali. Fari accesi sulle spese allegre della Casta

AperturaGruppi regionali. Fari accesi sulle spese allegre della Casta

abbuffatadi GIOVANNI MINICOZZI

Resta sotto i riflettori la vicenda legata alle spese pazze ed illegali sostenute di gruppi consiliari di palazzo Moffa.
Dopo il rinvio a giudizio di alcuni consiglieri regionali in carica nella legislatura 2006-2011, la Procura di Campobasso ha aperto una inchiesta anche per gli eletti della legislatura successiva, durata solo un anno, poiché nel mese di ottobre del 2012 il Consiglio di Stato annullò, in via definitiva, le elezioni regionali tenutesi il 16 e 17 ottobre 2011.
Ma un solo anno è bastato ad alcuni consiglieri regionali per utilizzare impropriamente ed allegramente i finanziamenti pubblici destinati ai gruppi per circa 300mila euro, come segnalato dalla Corte dei Conti alla Procura della Repubblica di Campobasso.
Pranzi a go go offerti per accaparrare voti, torte gelato, dolci di vario genere, scontrini per i caffè, offerti agli amici elettori, viaggi fuori porta, alberghi di lusso, consulenze, revisione e manutenzione alle macchine private, soldi erogati ai partiti per non pagare la quota mensile con il proprio stipendio e, in alcuni casi, perfino una indennità aggiuntiva di 800 euro mensili percepita abusivamente da qualche capogruppo.
Insomma, c’è di tutto e di più secondo quanto attestato dalla Corte dei Conti.
In questi giorni la Guardi di Finanza di Campobasso, delegata dalla Procura, ha acquisito le carte dai rispettivi presidenti dei gruppi di allora.
Subito dopo sarà la Procura di Campobasso a valutare le singole situazioni e a decidere di conseguenza.
Ma non finisce qui perché, secondo indiscrezioni, sarebbe ai nastri di partenza anche una terza inchiesta relativa alla verifica delle spese sostenute dai gruppi consiliari per l’anno 2013, ovvero per i consiglieri regionali tutt’ora in carica. Anche in questo caso, infatti, la Corte dei Conti ha rilevato pesanti irregolarità che vanno dall’acquisto di libri (in qualche caso il libro è stato scritto dallo stesso capogruppo che ha percepito i finanziamenti per farsi campagna elettorale), a fatture emesse per consulenze ridicole, come la collaborazione dio una psicologa e a tante altre spese ritenute non rendicontabili dalla Corte dei Conti.
Per altro, le irregolarità commesse nel 2013 risultano essere ancora più gravi, poiché, nel frattempo, era diventato operativo il decreto Monti sui costi della politica che imponeva ed impone, anche in mancanza di regolamenti regionali, norme più severe nell’utilizzo dei fondi pubblici erogati ai gruppi consiliari.

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