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giovedì, Aprile 25, 2024

Cementificazione coste, Legambiente: in Molise, in 25 anni, urbanizzati 17 km di litorale su 35

AttualitàCementificazione coste, Legambiente: in Molise, in 25 anni, urbanizzati 17 km di litorale su 35

imageNegli ultimi 30 anni 222 km di coste italiane sono state oggetto di urbanizzazione. Dalla fotografia scattata da Legambiente è soprattutto il Tirreno, con il 70,4% del litorale cementificato, il 60,1% riguarda lo Jonio. Resiste ancora l’Adriatico, con poco più della metà delle coste stravolas, 53,9%. “Nell’Adriatico, però – sottolinea lo studio – è stata soprattutto la morfologia ad aver rappresentato una barriera nei confronti del cemento. In ogni caso, tra Veneto e Molise, sono scomparsi, dopo il 1988 ulteriori 42 km di coste, con un incremento delle trasformazioni dei paesaggi del 6,3%.
In particolare Legambiente evidenzia come sia a rischio anche il litorale molisano, già piccolo, dove nessun tratto costiero è tutelato come area parco e nel corso degli ultimi 25 anni, su 35 km di costa ben 17 sono stati invasi da case e complessi residenziali.
Dunque, tra le righe, si può leggere la richiesta di maggiore attenzione al patrimonio naturalistico, e di uno sviluppo turistico sostenibile, nel rispetto dell’ambiente.
Intanto, per quanto riguarda la battaglia contro le trivellazioni in mare per la ricerca di petrolio i 4 disegni di legge regionali sono fermi in Parlamento da oltre un anno. Secondo dati del Ministero aggiornati al 31 luglio le concessioni di coltivazione sottomarina sono 69, di cui 59 solo nel mar Adriatico, a largo anche della costa molisana. Molto esplicito il titolo dei disegni di legge proposti da Puglia e Marche: “Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi”. Identico il contenuto dei 3 ddl: “La prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi liquidi sono vietate nelle acque del mare Adriatico prospiciente le seguenti regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia”, recita il primo comma. I disegni di legge, composti da un unico articolo e tre commi, applicano il divieto “anche ai procedimenti autorizzatori avviati e non conclusi alla data di entrata in vigore della presente legge”, facendo però salvi “fino all’esaurimento dei relativi giacimenti, i permessi, le autorizzazioni e le concessioni in essere, nei limiti stabiliti dai provvedimenti stessi”.

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