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venerdì, Dicembre 13, 2024

Questione meridionale. Il Molise conferma la tesi di Saviano

AperturaQuestione meridionale. Il Molise conferma la tesi di Saviano

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 09-09-2013 Roma Spettacolo Roberto Saviano ospite a "Presa Diretta" Nella foto Roberto Saviano Photo Roberto Monaldo / LaPresse 09-09-2013 Rome (Italy) Tv program "Presa Diretta" In the photo Roberto Saviano

di GIOVANNI DI TOTA

La polemica a distanza tra Roberto Saviano e Matteo Renzi ha di fatto rimesso al centro del dibattito la questione meridionale, se non altro un primo positivo risultato.

L’autore di Gomorra ha richiamato il governo a dare risposte e a investire in modo più concreto sulle regioni del sud, storicamente in affanno, ma dal 2008 a oggi ormai in molti casi alla canna del gas.

E’ quello che dicono i massimi indicatori dell’economia, le associazioni di categoria, i sindacati.

Nel rapporto dello Svimez, presentato alla fine di luglio, uno dei dati più evidenti è legato al reddito delle famiglie italiane, negli ultimi tre anni, dal 2011 al 2014 precipitato ai livelli di quindici anni fa. Le famiglie povere sono cresciute al Sud del 37,8 per cento e una persona su tre, ha denunciatolo Svimez, è a rischio povertà.

I meridionali che guadagnano meno di dodicimila euro sono il 62 per cento contro il 28,5 per cento del centro nord. Il dato peggiore è quello della Sicilia, 72 per cento e del Molise, dove 7 persone su dieci hanno un reddito inferiore a 12mila euro l’anno.

I governatori del coordinamento delle regioni del Mezzogiorno, ha fatto sapere il presidente della Puglia Michele Emiliano in risposta alla lettera di Saviano, sono dalla parte del Governo Renzi. Una presa di posizione tutta politica che, a guardare ancora una volta i dati, allontana sempre di più i cittadini dalle istituzioni. Al suo insediamento Emiliano ha annunciato che le indennità di carica dei consiglieri regionali pugliesi sarebbero state dimezzate. A qualche mese da quell’annuncio le buste paga dei politici restano ancora ben robuste.

E la Cassa degli artigiani di Mestre ha sottolineato che dal 2008 a oggi sono andati persi 932mila posti di lavoro. Le regioni più colpite, manco a dirlo, sono quelle del sud: le più colpite in termini percentuali Calabria e Molise, con un meno 13,9%. Nella Puglia dorata del governatore Emiliano, renziano come Frattura, il dato con il segno meno è dell’8 per cento e i posti andati in fumo centomila.

In questa catastrofe che sembra non avere fine, non solo i governi, nazionale e regionali hanno un ruolo, ma a metterci del loro, in senso negativo, sono le banche.

Il dato di oggi lo fornisce la Confartigianato, che ha calcolato che il costo del denaro più alto in Italia lo patiscono Calabria Sicilia e Molise. Se un imprenditore calabrese chiede in prestito 100mila euro ne dovrà restituire in media alla banca che glielo ha fornito 108mila, in Molise 100mila euro costano 107mila e 600euro. Un’enormità rispetto al nord: la Confartigianato ha calcolato che la media nazionale del costo del denaro preso a credito è del 5,5 per cento.

Il sasso di Saviano ha fatto più di qualche cerchio nello stagno, ma una sola voce fuori dal coro è ancora troppo flebile per un meridione ormai ripiegato su se stesso e sempre più vicino allo spettro della desertificazione

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