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giovedì, Marzo 28, 2024

Dai padri della Regione ai padroni del vapore. Il Consiglio regionale trasformato in un bazar da terzo mondo

AperturaDai padri della Regione ai padroni del vapore. Il Consiglio regionale trasformato in un bazar da terzo mondo

di PASQUALE DI BELLO

Azzerato in cinquant’anni il senso e il decoro delle Istituzioni molisane. Il dibattito surreale registrato in occasione dell’ultimo consiglio regionale è la prova di un progressivo decadimento della classe politica che oggi ha toccato il fondo.

Se fossimo al cinema, la regione Molise sarebbe un film dell’orrore. Una prova sanguinolenta l’abbiamo avuta in occasione dell’ultimo dibattito in consiglio regionale, quello dedicato alla vicenda Scarabeo e trasformato dal Presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, in un Profondo Rosso; in un mattatoio per una personalissima resa dei conti nei confronti di avversari politici e per attacchi alla sfera privata e affettiva di giornalisti colpevoli di aver raccontato le mille storie maleodoranti di cui il Molise è pieno e di cui questo governo regionale porta grandi responsabilità.

C’è chi ha parlato di isteria, chi di ingiurie gratuite, chi ancora di nervosismo ma la parola giusta per definire un intervento che sta alla compostezza e alla decenza istituzionale come un paracarro sta alla torre Eiffel è una sola: indecoroso. Tale è apparso Paolo di Laura Frattura nel corso del suo intervento, dimenticando di essere il presidente della Regione (compresi quelli che lo contestano e lo criticano) e assumendo la veste di privato cittadino.

Più Frattura parlava, più comprometteva il decoro di un’istituzione e di un’aula a cui la Costituzione italiana ha assegnato il ruolo di legislatore e che la rissa da cantina scatenata ieri ha trasformato in un bazar da terzo mondo. Più Frattura parlava e più per una invisibile legge del contrappasso sfilavano alle sue spalle i padri dell’autonomia e di questa regione, uomini che in quel momento marcavano la differenza tra ieri e oggi: Girolamo La Penna, Florindo D’Aimmo, Giacomo Sedati, Alfredo Marraffini, Edilio Petrocelli, Nicola Crapsi, Ugo Gentile, Carlo Vitale, Giustino D’uva; giganti di un tempo che ieri si saranno rivoltati nella tomba a sentire un intervento basso e pieno di colpi bassi, privo di compostezza, contegno, decenza, dignità e, in una parola, decoro: tutte virtù che il popolo ha diritto di chiedere e ottenere da un presidente di regione.

La pagina scritta da Frattura e dal centrosinistra è l’espressione del decadimento al quale siamo giunti, una pagina che non ha nulla di sinistra ma che ha tutto di sinistro ed è la rappresentazione di una classe governativa inetta e boriosa e che, politicamente parlando, non va restituita alla società civile ma agli studi di Cinecittà, perché quello visto nell’ultimo consiglio regionale non è stato un dibattito ma un film dell’orrore che ha inorridito i molisani e di cui più d’uno, a partire da Frattura, dovrebbe pentirsi e vergognarsi.

 

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