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sabato, Aprile 20, 2024

La proposta di Patriciello: Molise zona franca, ricoveri senza tetto per i fuori regione

AttualitàLa proposta di Patriciello: Molise zona franca, ricoveri senza tetto per i fuori regione

Le industrie chiuse, lo stato che taglia e continuerà a tagliare. In pratica, la continuità e la stabilità sociale del Molise è a rischio. Il rapporto presentato da Bankitalia parla chiaro. Eppure la nostra regione ha delle eccellenze innegabili. Una è quella dell’ambiente e della natura, l’altra è l’altissima specializzazione di alcune strutture sanitarie regionali, sia pubbliche che private. L’idea per trovare alternative a un modello di sviluppo non più sostenibile la lancia Aldo Patriciello, l’eurodeputato che, con una lettera aperta, chiede ai consiglieri regionali del Molise di puntare sulle eccellenze della sanità privata e pubblica, abbattendo le frontiere regionali della sanità e facendo diventare il Molise una sorta di zona franca sanitaria nazionale, un modo per inventarsi un’alternativa di sviluppo per i giovani molisani. In sostanza, la regione nella stesura della legge di riforma sanitaria dovrebbe abbattere qualunque tetto ai ricoveri in Molise con la condizione che la stessa regione non anticiperà i costi dei ricoveri extra regionali, che sarebbero pagati alle strutture convenzionate solo quando i rimborsi arriveranno dalle regioni di provenienza dei pazienti non molisani. Questo il testo della lettera inviata a Frattura e ai consiglieri regionali: “in questi giorni è iniziata la discussione della proposta di legge sul riordino del Servizio Sanitario Regionale. L’occasione mi è propizia per condividere con voi alcune riflessioni che, senza voler entrare nello specifico dell’articolato della legge, ritengo possano rappresentare il cardine attorno al quale far ruotare l’impianto della proposta attualmente al vaglio della giunta regionale.
Le criticità della nostra Regione sono ben note: il Molise è una piccola regione con una complessità territoriale unica nel Paese; ha una scarsa densità abitativa che, unita ad una conformazione geografica sfavorevole e una cronica carenza di infrastrutture, rappresenta un freno alla capacità turistica, economica e produttiva dell’intero territorio.
Occorre inoltre considerare che il Molise vive, forse più di tutte le altre Regioni, una condizione economica di grande disagio su cui bisogna porre una particolare attenzione. La nostra Regione, nel corso della crisi economica degli ultimi anni, ha infatti visto la chiusura delle sue aziende più importanti come DR, Ittierre, Arena e lo Zuccherificio (solo per citarne alcune), senza voler considerare le centinaia di imprese costrette alla chiusura nel consorzio di Pozzilli, Termoli e Campobasso.
C’è da registrare, in aggiunta a ciò, una pericolosa tendenza che vede diminuire la presenza dello Stato nel nostro territorio. Una condizione, quest’ultima, evidenziata dal progressivo (e temo inesorabile) declassamento di importanti presidi istituzionali quali Questure, Prefetture e Comandi Provinciali dei Carabinieri. È di tutta evidenza, quindi, che con l’eventuale impoverimento in termini percentuali degli occupati nelle Pubblica Amministrazione, unitamente ai fattori precedentemente elencati, questa Regione rischia di veder drammaticamente accentuata una crisi che ha già causato enormi danni al tessuto sociale ed economico del territorio.
In questo quadro non credo sia ardito pensare che la legge sul riordino del Servizio Sanitario Regionale rappresenti un punto di svolta cruciale per il futuro della nostra Regione; lo spartiacque che può risollevare – o affossare definitivamente – le sorti dell’economia molisana.
Per le ragioni finora addotte ritengo sia strettamente necessario elaborare una strategia a lungo termine che consenta ai (tanti) punti di forza della nostra Regione di diventare la basa su cui costruire un modello di eccellenza capace di attrarre investimenti e generare ricchezza.
Una vera e grande rivoluzione che, partendo dalla semplice constatazione che il Molise è una zona di cerniera tra la Campania, l’Abruzzo e la Puglia, trasformi la Regione in un punto di riferimento di tutti il centro-sud Italia per quanto concerne l’offerta dei servizi sanitari d’eccellenza, liberalizzando a pieno le capacità di attrazione extraregionale delle strutture sia pubbliche che private.
Non è certamente un caso che questo modello abbia reso grandi tutte le strutture del nord Italia, grazie alla lungimiranza degli amministratori locali i quali – in Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Toscana – hanno investito nel corso degli anni premiando maggiormente quei complessi che hanno intercettato meglio degli altri i pazienti provenienti dal Mezzogiorno, generando in tal modo, in quei territori, grandi risultati in termini di crescita, sviluppo e benessere economico.
Non da ultimo, proprio nei giorni scorsi, i vari TG nazionali hanno riportato la notizia dell’apertura a Trento del primo centro di Proton terapia, centro costruito con fondi pubblici e con l’obiettivo precipuo di curare, attraverso l’impiego di tecniche innovative, le neoplasie infantili di tutta Italia. Ciò significa che molti pazienti, ivi compresi i cittadini molisani, in assenza di simili strutture d’avanguardia sul territorio, si vedranno costretti ad andare a Trento per sottoporsi a delle cure specifiche, lasciando alla nostra Regione il compito di pagare un significativo compenso economico, senza voler considerare il costo sociale che graverà sulle famiglie degli sfortunati malati.
Diventare un cluster d’eccellenza per i servizi sanitari di tutto il centro-sud Italia non è soltanto nel novero delle possibilità della nostra Regione ma è anche e soprattutto un atto di lungimiranza politico-programmatica: la consapevolezza di dover andare oltre le difficoltà intrinseche e di gestire al meglio la progressiva trasformazione economica del territorio facendo del Molise la Regione leader nel campo dei servizi sanitari di tutto il Mezzogiorno d’Italia.
Nel ringraziarvi dell’attenzione riservata alle mie parole, desidero concludere questa mia breve riflessione con un appello a tutti affinché possiate lavorare scevri da qualsiasi condizionamento di natura ideologica ed illuminati soltanto dall’interesse supremo di voler garantire ai giovani di questa Regione la possibilità concreta di immaginare un futuro non lontano da casa”.

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