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mercoledì, Aprile 17, 2024

Black-hole, un “Buco nero della giustizia”: il senatore Carlo Giovanardi chiede conto dei tempi biblici della vicenda

AttualitàBlack-hole, un "Buco nero della giustizia": il senatore Carlo Giovanardi chiede conto dei tempi biblici della vicenda

A distanza di quasi due mesi dall’udienza preliminare tenuta al Tribunale di Bari che in sostanza ha ‘asfaltato’ l’inchiesta Black-Hole con un’ondata di proscioglimenti su oltre cento indagati e solo una decina di rinvii a giudizio alcuni dei principali indagati dell’epoca hanno voluto ripercorrere le tappe di quello che hanno definito un ‘calvario giudiziario’.

L’ex sindaco e parlamentare Remo Di Giandomenico, l’allora comandante provinciale dei Carabinieri, Maurizio Coppola, l’avvocato Ruggero Romanazzi non affronteranno un processo e in un incontro intitolato ‘Il buco nero della giustizia’.

”La giustizia – ha osservato Coppola – è una parola troppo grande che investe aspetti etici, morali. Secondo me dobbiamo parlare di giurisdizione, di mala giurisdizione, l’esercizio del diritto. E per quanto riguarda il Molise non è fatta in modo impeccabile”.

Assenti all’incontro, per motivi istituzionali il senatore Ulisse Di Giacomo e la deputata, Laura Venittelli. A moderare gli interventi Matteo Cilla con i saluti della presidente del Consiglio comunale di Termoli, Manuela Vigilante. Ospite il senatore di Area Popolare, Carlo Giovanardi, che da sempre ha seguito la vicenda e ora ha presentato una nuova interpellanza al Ministro della Giustizia nella quale ha chiesto conto dei tempi biblici dell’udienza preliminare. ‘

‘Essere arrestati, infangati, delegittimati – ha affermato Giovanardi – e poi anni e anni per non essere neppure rinviati a giudizio, quindi l’inconsistenza assoluta delle accuse, si capisce che così il cittadino davanti a una giustizia che opera così deve essere non dico terrorizzato ma, tra virgolette, preoccupato. Aggiungo che adesso che si vuol portare la prescrizione per determinati reati fino a trentasette anni e sei mesi, con la corruzione propria, impropria, in atti giudiziari voi pensate un sistema che consente di arrestare una persona e poi ci sono trentasette anni perché lo stato vi dica se si è colpevoli o innocenti. Mi sembra – ha concluso Giovanardi – che in Parlamento su questo bisogna fare una grande battaglia perché chi sbaglia è giusto che paghi ma il processo come dice la Costituzione deve avere dei tempi ragionevoli, deve essere un giusto processo e non può essere che uno per tutta la vita debba fare di professione l’avvocato”.

Remo Di Giandomenico ha aperto una riflessione tra la vicenda giudiziaria e lo sviluppo di Termoli e del territorio: ”La città sotto gli occhi di tutti è andata all’indietro sotto un punto di vista economico e politico, che poi sia stata Black-Hole o abbia contribuito questa è poi un’analisi che lasciamo a tutti. Rispetto a quello che è successo uno cerca sempre di pensare che ci sia la buona fede da parte di chi prende determinate iniziative. Noi – ha concluso Di Giandomenico – dobbiamo riflettere e dobbiamo capire perchè è successo tutto quello che è successo e se al di là della buona fede ci sia qualche altro, io non credo, però è bene che la gente lo sappia”.

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