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lunedì, Aprile 29, 2024

Il Molise riparta dal lavoro, Susanna Camusso a Campobasso: basta parlare della crisi, basta proclami, bisogna agire seriamente

AperturaIl Molise riparta dal lavoro, Susanna Camusso a Campobasso: basta parlare della crisi, basta proclami, bisogna agire seriamente

di MARTA MARTINO

«Troppe persone, troppe famiglie si alzano la mattina e si chiedono con angoscia se arriveranno e come alla fine del mese». Applausi e grida di approvazione ieri mattina all’intervento conclusivo di Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil, dal palco allestito in piazza Prefettura a Campobasso. La manifestazione – imponente, forse la più imponente da anni in regione- organizzata da Cgil, Cisl e Uil per chiedere che il Molise riparta dal lavoro è iniziata con una lunga marcia che si è snodata per circa un’ora  e mezza per le strade della città. Un mare di bandiere, striscioni, stendardi. Sindaci e cittadini arrivati da tutto il Molise, il gruppo folk matesino, la banda Pistilli di Montagano, tamburi e tromboni, fischietti. Bambini ed adulti, tutti in corteo, tutti per lo stesso motivo, per chiedere alla Regione e al governo nazionale di fare qualcosa per salvare il Molise dal baratro, quello di una vita senza prospettive né certezze di futuro. Perché se l’Italia sta male, il Molise sta ancora peggio, il Molise sta morendo.

C’è da vergognarsi di questa regione che non trova soluzioni- così i segretari regionali  sindacali dal palco- perché i numeri sono tragici e nulla viene studiato concretamente per arginare il bollettino della catastrofe: 20mila posti di lavoro già persi dall’inizio della crisi economica, cassa integrazione che colpisce ormai i lavoratori di ogni settore, una disoccupazione  giovanile che sorpassa quella nazionale.  E ai piedi del palco c’erano loro, le madri e padri che hanno tentato già tutte le strade, anziani che con la loro pensione mantengono anche la famiglia dei figli disoccupati e i nipoti.

«In questa regione perdiamo posti di lavoro ogni giorno e c’è qualcuno che ancora non capisce, evidentemente, che se chiuderanno anche quelle poche imprese e aziende che ancora restano in piedi,  nel Molise resterà solo il deserto. E un cittadino senza lavoro è meno cittadino degli altri», questo il messaggio di Cgil, Cisl e Uil alla folla di bandiere.

«Il Molise non si deve rassegnare- ha tuonato la Camusso-.  Questa è la peggiore crisi che l’Italia ha attraversato finora ma si sta ancora facendo troppo poco, si rimane a guardare invece di contrastarla con ogni mezzo. Si sta giocando con la vita delle persone- ha rincarato il segretario nazionale Cgil, tra gli applausi della folla esasperata. «Questa manifestazione di oggi è una grande occasione per chiedere che vengano affrontati i problemi che determinano una così grande disoccupazione in questa regione – ha continuato la Camusso-. Per quanto ci compete, porteremo a livello nazionale l’esigenza di trovare una soluzione per l’area industriale e quella di avere una politica sanitaria e del territorio. Con Cgil, Cisl e Uil abbiamo portato oggi in piazza un’idea degli investimenti da fare, quelli che sono stati fatti nelle altre regioni per ricostruire le filiere e l’idea che bisogna puntare ad un Welfare non visto come un costo, ma come un investimento per il benessere della persona e come opportunità di creare lavoro stabile».

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