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venerdì, Maggio 3, 2024

INCHIESTA/ chi c’è dietro i parchi eolici in basso Molise? I signori del vento in salsa isernina che stanno mettendo le mani sul territorio

AperturaINCHIESTA/ chi c’è dietro i parchi eolici in basso Molise? I signori del vento in salsa isernina che stanno mettendo le mani sul territorio

Michele Mignogna

La società RE PLUS srl con sede a Milano ha ricevuto l’ok da parte della Regione Molise per la realizzazione di un parco eolico tra San Martino e Campomarino. Ma chi sono i soci della Re Plus? La società è una vera scatola cinese dove all’interno ci sono altre società intestate alla famiglia Feig di Monteroduni, molto vicini alla famiglia Perna, e c’è la presenza anche della famiglia Cimorelli, uno dei quali, Giovanni, finito sotto inchiesta all’indomani dell’alluvione del 2003 in basso Molise per via di alcuni lavori fatti nel Biferno, ecco chi sta mettendo le mani sul territorio molisano.

L’annuncio dato pochi giorni fa dall’ufficio stampa dell’assessorato all’agricoltura della regione Molise ha suscitato, come sempre succede in questi casi, un vespaio di polemiche sulla necessità o meno che il Molise conceda ancora territorio per due parchi eolici, uno a Montecilfone, l’altro tra San Martino in Pensilis e Campomarino, e proprio su quest’ultimo ci siamo concentrati scoprendo una rete di società che fanno capo, tutte o in parte, a uno dei gruppi d’affari più in vista della Regione, e cioè la famiglia Feig di Monteroduni e la famiglia Cimorelli di Iserniain allegra compagnia con portoghesi e spagnoli, questi decideranno e disporranno di uno dei più bei pezzi del Molise con le loro pale eoliche. In pratica dovranno realizzare appunto, un parco eolico della potenza di 57,5 Mega Watt, costituito da 23 pali alti cento metri, per installarli a terra ci sarà bisogno, per ogni palo di uno spazio pari a 21 metri di diametro e 20 metri di profondità, asportando 800 metri cubi di terreno che poi sarà utilizzato per fare le strade all’interno del parco, tutto questo per ogni singolo palo per 23 pali in totale, uno scempio del territorio di dimensioni enormi, ma andiamo con ordine. Il gioco è molto semplice, creare una scatola cinese, avere la residenza fiscale in Spagna dove le tasse non sono come in Italia, e procedere alla realizzazione dell’ennesimo scempio ambientale, è questo ciò che troviamo nelle carte della società Re Plus srl, il cui capitale sociale questa volta non è di dieci mila euro, ma di cento mila euro, il tutto controllato da famiglie isernine. La società è così composta, il 20% del capitale è detenuto dalla WPG srl di Isernia, che a sua volta è formata per il 50% dalla Galilea srl e dall’altro 50% dalla Gant Partners srl, entrambe con sede a Isernia,  l’amministratore della Gant è un certo Siravo Fiore classe 1983 e che risulta essere “procacciatore d’affari senza prevalenza alcuna, settore non alimentare, di prodotti per l’edilizia”, ma la cosa interessante è che la società si trova in corso Risorgimento, 166 a Isernia, e poi vedremo perché è importante. L’altra società invece, la Galilea srl è divisa tra Anna Rosa Tartaglione, madre dei gemelli Feig David e Daniel, dove l’amministratore unico è la madre. Qui bisogna fare una precisazione, Simone Feig, marito della Tartaglione è stato per anni nei CdA di Ittierre, IT Holding e Gianfranco Ferrè spa, aziende notoriamente nelle mani dei fratelli Perna di Isernia, ma non solo, sempre Simone Feig è stato in diversi CdA di enti regionali come l’UNIMOL e strutture private come la Neuromed, insomma un uomo, anzi una famiglia d’affari che ha saputo muoversi in Molise. Torniamo a noi,  la Gant Partners risulta partecipata per il 32% da Cimorelli Giovanni, rientrato nell’inchiesta “Eldorado” le indagini sono andate avanti dal 2007 al 2012 per fatti che risalgono ai mesi successivi all’alluvione del gennaio 2003. Nel 2008 il personale del Corpo Forestale dello Stato fece scattare le manette per cinque personaggi: Erminio Scricco, geometra campobassano, all’epoca responsabile delle opere idrauliche alla Regione Molise, il termolese Mario Ragni, ingegnere e dirigente, all’epoca dei fatti, dell’Ufficio Demanio della Regione. Poi Tullio Genesio, proprietario della “Tullio Edil Calcestruzzi srl” della provincia de L’Aquila, Vincenzo Di Carlo, direttore dei lavori per conto della ditta “Tullio” e Antonio Cimorelli, imprenditore isernino proprietario dell’impresa sub appaltatrice dei lavori. Questi cinque indagati devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dell’erario pubblico, oltre che di falso ideologico e danno ambientale. Per Cimorelli inoltre c’è anche l’ipotesi di furto aggravato, mentre i funzionari della Regione devono rispondere anche di falso in atto pubblico. Cimorelli Federico invece, detiene il 18% della Gant così come Cosmo e Laura, mentre Cimorelli Antonio ne detiene solo il 14%, evidentemente tutto in famiglia, con un amministratore unico a fare da testa di ponte.

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