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venerdì, Aprile 19, 2024

Camorra ed ecomafie. Il Partito comunista dei lavoratori in prima fila

AttualitàCamorra ed ecomafie. Il Partito comunista dei lavoratori in prima fila

Il PCL Molise, tra i promotori del “Comitato contro le camorre Molise, Abruzzo e Lazio”,  ufficializzato nell’assemblea pubblica tenutasi presso la sala consiliare del Comune di Isernia, nato sulla “nuova ribalta” assunta dal tema dell’’ecomafia  nella nostra provincia, dopo la “desecretazione” dei verbali di Schiavone.

Il PCL Molise cercherà di portare il proprio contributo, pur consapevole delle proprie modestissime forze: capire le reali cause del “biocidio molisano”, è la condizione per affrontarle seriamente, ed evitare che tutto si esaurisca in una contingente onda emotiva, magari riassorbita nell’alveo di quelle stesse istituzioni politiche e giudiziarie, complici e concausa del crimine.

Sin dalla dagli anni ’80, gruppi di capitalisti soprattutto del Nord (e non solo d’Italia), si sono organizzati per realizzare grossi extraprofitti (cioè aggiunti al plusvalore tratto dall’ “ordinario”  sfruttamento dei lavoratori), abbattendo drasticamente i costi dello smaltimento dei rifiuti industriali, mettendo in piedi una gigantesca rete di traffico illecito degli stessi. Per la buona pace delle idiozie razziste anti-Sud dei lestofanti e ladroni leghisti, loro servitori.

La gigantesca operazione si è potuta realizzare (e continua oggi) solo grazie alle coperture politiche dei loro politici, gestori o controllori dei vari apparati preposti, centrali e locali, amministrativi e giudiziari. Come è ovvio e come confermato dallo stesso Schiavone ed altri pentiti.

Ai capitalisti interessati rimaneva da individuare l’impresa a cui appaltare i servizio criminale: chi meglio della borghesia camorristica o mafiosa ? Quali le terre più facili da aggredire per  varie circostanze se non quelle del Sud ? Ed è così che anche il Molise, a partire dalla provincia di Isernia, esaurite le zone limitrofe campane, è entrato a far parte del “giro” . L’esempio di Schiavone è emblematico: all’epoca il costo di smaltimento “legale” di un fusto era di 2 milioni di lire; con l’impresa camorristica si abbassava a 500 mila lire, grazie alla pratica illecita incurante della salute pubblica. La privatizzazione del servizio di trasporto e smaltimento, la politica pro discariche e inceneritori, l’ostacolo alla raccolta differenziata, hanno rappresentato una fondamentale premessa giuridica e politica per la realizzazione di questo disegno criminale. La destra ed il cosiddetto “centrosinistra” all’unisono hanno garantito questa direzione di marcia, in nome del “dio mercato”. Anche nel Molise.

Dunque, l’origine del tutto ha un nome preciso: il sistema capitalistico, i suoi apparati statali locali e centrali, la sua criminale legge del profitto. Come del resto ben ci hanno ricordato i manifestanti campani in questi ultimi giorni: “imprenditori, camorra  e stato siete un’unica cosa”. In Campania lo stato, per la “vicenda rifiuti”, ha mandato l’esercito, ma non per fermare gli imprenditori del Nord e la camorra che sversavano, bensì per reprimere violentemente chi manifestava contro il veleno delle discariche e degli inceneritori.

E qui nel Molise ? Non è vero che “nessuno aveva mai detto niente”: possiamo dimostrare le tante le iniziative e denunce di associazioni ed attivisti, tra cui il PCL MOLISE (prima sinistra interna del PRC ad Isernia), da tanti anni, che si sono scontrate contro il muro di gomma delle istituzioni politiche e giudiziarie locali  e centrali, che peraltro ben conoscevano i verbali secretati, e che semmai si sono invece accaniti contro chi, come noi, da sempre lotta contro questi crimini. Prossimamente vi parleremo dell’operato di certi sostituti PM di Isernia e dei governanti locali, di come si sia potuto indisturbatamente avvelenare la provincia di Isernia (esempio: il depuratore di Carpinone, piana di Venafro e via dicendo).

 

Su queste premesse, un  Comitato Anticamorra non può che consistere in una rete di presidi popolari sul territorio, indipendenti ed autonomi da questi poteri imprenditoriali, da questo potere statale e dai loro partiti di destra e di “centrosinistra” che ne sono l’espressione; infatti solo se si conquista tale autonomia, potranno articolarsi già nell’immediato precise rivendicazioni, anche qui nella provincia di Isernia:

–       da subito la mappa dei siti avvelenati, raccogliendo i risultati delle indagini epidemiologiche (inclusa l’istituzione del registro dei tumori), delle denunce, testimonianze ed inchieste, monitorando i prodotti agricoli, le cave, i terreni interessati all’eolico selvaggio e quant’altro, controllando le operazioni con esperti indipendenti dal potere e  di propria fiducia;

–       un investimento pubblico straordinario sotto controllo popolare, per un piano di bonifica delle dette aree, combinata con la riconversione verso l’agricoltura biologica, peraltro con grandi risvolti occupazionali, invece di sperperare ad esempio i fondi PISU ecc. per le vecchie regalie e sprechi ai soliti imprenditori, che poi licenziano e scappano con il malloppo;

–       abolire la privatizzazione del trasporto e smaltimento dei rifiuti: con la costituzione di apposite aziende pubbliche del ciclo dei rifiuti, sotto rigido controllo popolare e degli abitanti del posto, puntando al 100% della raccolta differenziata.

–       Battersi per requisire tutti i patrimoni dei gruppi di imprenditori del Nord costruiti sul biocidio di massa, anche a fini risarcitori per la bonifiche, nazionalizzare le loro aziende senza indennizzo sotto il controllo delle maestranze.  

 

Queste iniziative immediate, in quanto iniziano a porre in discussione il potere capitalistico che ci ha avvelenato in nome del profitto, apre anche la strada ad un altro stato e ad una reale democrazia, ad una più ampia trasformazione sociale, per una società più civile, più libera e più giusta.

Per questo traiamo da tali vicende anche una lezione più generale: nessuna norma progressiva della Costituzione sulla tutela della salute e dell’ambiente potrà mai essere applicata, sin quando questo potere criminale del capitale non sarà rovesciato, qualunque sia il colore dei governi che lo rappresenta.

 

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