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venerdì, Aprile 19, 2024

La politica delle chiacchiere (e delle lacrime di coccodrillo)

AttualitàLa politica delle chiacchiere (e delle lacrime di coccodrillo)

Se ci fossero ancora dubbi sulla cifra politica del nuovo corso del Molise nel segno del Governo Frattura, le vicende della sanità di queste ore li hanno spazzati via definitivamente: siamo in balia della politica delle chiacchiere e delle lacrime di coccodrillo.
Di fronte all’ennesima tragedia della sanità molisana, quella della donna isernina morta durante il tragitto per raggiungere il reparto di rianimazione del Veneziale dopo un intervento chirurgico al SS. Rosario di Venafro, la risposta più insulsa e offensiva che la politica potesse offrire è proprio la lettera del Presidente della Regione Paolo Frattura, priva del benché minimo argomento serio e condita da frasi di circostanza buone per ogni occasione, degne di un auspicio da omelia domenicale.
Frattura è Presidente della Regione e, contestualmente, assessore regionale alla Sanità e Commissario ad acta da 6 mesi, non da un giorno. Se decide di aprire bocca sulla malasanità, si limiti ad esprimere cordoglio alla famiglia e poi taccia, oppure spieghi cosa ha fatto nell’esercizio dei poteri e delle funzioni che gli competono per scongiurare tali eventi drammatici ancorché purtroppo prevedibili. Quello che però non può fare, è abbandonarsi a commenti da privato cittadino che, messi in bocca al Presidente della Regione, assumono il significato di una volgare presa in giro.
Dica cosa ha fatto in 6 mesi, un atto di programmazione, un provvedimento, un indirizzo: non se n’è accorto nessuno, nemmeno lui, visto quello che scrive come se fosse un qualunque utente del servizio sanitario e non, invece, il responsabile politico e gestionale, praticamente monocratico, del settore. In compenso ha lasciato, seppur temporaneamente, al vertice dell’azienda sanitaria la stessa persona che la guida da almeno 4 anni, ossia il responsabile del disastro e delle gravissime violazioni di legge e contabili accertate dai commissari di governo e confermate dalla stessa giunta regionale che, del tutto contraddittoriamente, ne riconosce le colpe, ma che invece di rimuoverlo lo lascia al comando. Eppure proprio l’altro ieri i medici del pronto soccorso di Isernia lo avevano ammonito sull’urgenza di attuare le azioni del programma operativo presentato dal soggetto attuatore, nominato dal Governo e poi messo alla porta (perché?) proprio da Frattura.
Con quale faccia dice che il SS. Rosario è “una rischiosa polveriera sociale”, quando solo pochi giorni fa ha letteralmente aggredito un assessore della sua giunta, venafrano, che aveva ‘osato’ invocare interventi volti a scongiurarne ‘l’esplosione’? E dunque, se il Presidente commissario assessore è consapevole che gli utenti dell’ospedale di Venafro sono a rischio, oltre a fare proclami che fa, lascia tutto così com’è e non muove un dito? Oggi dice che non si può pretendere di avere l’ospedale sotto casa, mentre in campagna elettorale tuonava nel SS. Rosario promettendo di ‘salvarlo’. Ha cambiato idea oggi oppure in campagna elettorale si può dire ciò che si vuole, salvo poi rimangiarsi tutto impunemente come un Pinocchio qualunque?
Se Frattura pensa di cavarsela dando del “demagogo” a chiunque osi criticarlo (compresi i vertici del suo stesso partito), dovrebbe parimenti ammettere di aver offerto la più becera lezione di populismo promettendo in campagna elettorale quanto ha sistematicamente rinnegato e disonorato dopo essere stato eletto.
Massimo Romano

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