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mercoledì, Aprile 24, 2024

Il Molise cambia marcia, ufficializzata la Giunta Frattura. Si apre una stagione di grandi speranze

AperturaIl Molise cambia marcia, ufficializzata la Giunta Frattura. Si apre una stagione di grandi speranze

di PASQUALE DI BELLO

Il presidente della Regione, Paolo Di Laura Frattura, ha ufficializzato le deleghe agli assessori regionali. Per se il governatore ha trattenuto Bilancio, Programmazione e Sanità, mentre vanno, rispettivamente: a Vittorino Facciolla (Unione per il Molise): Agricoltura, Ambiente e Pesca; a Pierpaolo Nagni (Italia dei Valori): Lavori pubblici, Urbanistica e Trasporti; a Michele Petraroia (PD): Lavoro, Politiche sociali e Formazione professionale; a Massimiliano Scarabeo (PD): Attività produttive.

Adesso ci siamo per davvero: il Molise ha la possibilità di cambiare marcia e di rimettere in cammino la speranza. Le attese di un cambiamento reale e, detto senza enfasi, epocale, oggi hanno facce, volti, nomi e cognomi. Il presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura, ha ufficializzato le deleghe conferite ai componenti della propria Giunta. Per se il governatore ha trattenuto Bilancio, Programmazione e Sanità, mentre vanno, rispettivamente: a Vittorino Facciolla(Unione per il Molise): Politiche agricole e agroalimentari, Programmazione forestale, Sviluppo rurale, Pesca produttiva, Tutela ambiental; a Pierpaolo Nagni(Italia dei Valori): Lavori pubblici e infrastrutture, Urbanistica e politiche del territorio, Politiche abitative, Viabilità e trasporti, Impiantistica sportiva; a Michele Petraroia(PD): Personale, Istruzione, Università, ricerca e innovazione, Politiche giovanili, della famiglia e di parità, Politiche sociali e terzo settore, Politiche per l’occupazione e formazione professionale, Molisani nel mondo, Rapporti con il Consiglio regionale; a Massimiliano Scarabeo(PD): Politiche dello sviluppo economico, Politiche del credito, Società partecipate, Marketing territoriale, Attività produttive. A Michele Petraroia, va anche la vice presidenza della Giunta.

Resta da decidere ora, per completare l’assetto istituzionale, la figura del Presidente del Consiglio regionale, carica per la quale è in predicato Vincenzo Cotugno, eletto con Rialzati Molise. Una scelta, quella di Cotugno, che ha creato più di un mal di pancia tra le fila dell’Udeur che, per bocca del suo coordinatore regionale, Vincenzo Niro, ha minacciato l’appoggio esterno qualora i voti per l’elezione del presidente dell’assemblea di Palazzo Moffa non convergano su un esponente del partito del Campanile. Niro, senza tanti giri di parole, ha chiesto per se il ruolo di presidente del Consiglio ma ha ottenuto un secco no da parte della maggioranza al governo della Regione. La partita, tuttavia, al momento è ancora aperta. Dalla sua, l’Udeur, ha due consiglieri eletti in Regione, a differenza dell’unico rappresentante di Rialzati Molise. Un fattore, quello numerico, che potrebbe avere un peso.

In attesa dell’elezione presidenziale, va salutata con favore l’assegnazione delle deleghe e la relativa composizione della giunta. Un governo regionale giovane, in ogni senso, distante anni luce dal governo naftalina e dalle facce farinose che hanno caratterizzato per anno l’esecutivo Iorio. La media del governo frattura è sotto i cinquant’anni, un fatto decisamente positivo non solo per lo svecchiamento della classe politica ma, soprattutto, per la garanzia di un dinamismo mentale, progettuale e (perché no?) fisico di cui questa Regione ha assolutamente bisogno.

Cosa si aspettano ora i molisani è presto detto: innanzi tutto un bel repulisti generale di mezzetacche e mezzemaniche sparse in ogni dove tra gli uffici regionali: un vero e proprio sgombero di cadaveri e macerie lasciate negli anfratti della Regione, nelle soffitte, negli scantinati, nelle trombe delle scale e nei vani degli ascensori. In una parola, ovunque Iorio e soci abbiano trovato la possibilità di piazzare amici e parenti, parenti di amici e amici  di parenti. Un’orda di postulanti e fannulloni da rispedire immediatamente a casa.

Dopo il repulisti, sarà necessario varare provvedimenti immediati e urgenti a favore del lavoro, della ripresa produttiva e dell’occupazione. Sarà necessario chiudere le falle dalle quali la Regione perde milioni di euro all’anno per mantenere attività moribonde e decotte e favorire invece quelle attività che si sposano con le reali esigenze del mercato interno, nazionale ed internazionale.

Un terzo ed immediato segnale la nuova Giunta è chiamata a darlo sul piano della riduzione dei costi dell’apparato regionale, a cominciare dalla tanto attesa revisione dei vitalizi agli ex consiglieri regionali. Sarebbe un segnale non di poco conto quello inteso a ridurre le indennità a favore degli ex inquilini di Palazzo Moffa, un gesto che in tempi di ristrettezze generali verrebbe molto apprezzato dalla pubblica opinione.

Quarto tema su cui concentrarsi, quello del disavanzo sanitario e la regolamentazione di un settore che deve necessariamente uscire dalla logica del commissariamento. E’ impensabile che si continui ad operare in uno stato di continua emergenza vessati dai tavoli tecnici romani. La materia è incandescente ma va sottratta alla logica ragionieristica delle burocrazie capitoline. Il sistema va razionalizzato e messo a regime ma questo senza dimenticare la funzione sociale, costituzionalmente garantita, dell’assistenza sanitaria pubblica.

Quelli elencati sono soltanto alcuni dei temi – quelli più immediati – su cui il nuovo presidente e la nuova Giunta sono chiamati a confrontarsi. A loro va fatta una doverosa apertura di credito, poiché ad essi va riconosciuto il merito di aver dato una spallata a quel sistema Iorio che ha tenuto bloccata la Regione per dodici anni. Da Frattura, Facciolla, Petraroia, Nagni e Scarabeo ci attendiamo molte cose e al loro, nella speranza di vedere presto i segni del cambiamento, auguriamo buon lavoro.

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